Il Tour de France in Montmartre - Fotogramma
Rue Lepic, nel cuore di Montmartre. Un tempo, era famosa per le botteghe di pittori e scultori. Ma nelle ultime ore, se ne parla per i ciclisti olimpici impegnati nei giorni scorsi a scalarla, mandando in delirio gli spettatori ammassati sui marciapiedi. «Neppure al Tour de France, si era mai visto tanto entusiasmo», ha notato fra gli altri Pierre Rabadan, ex campione di rugby e assessore parigino allo Sport. Più di 500mila persone hanno assistito dal vivo e gratuitamente all’inedito spettacolo sportivo urbano, anche in altri quartieri meno noti che hanno conosciuto a loro volta ore indimenticabili. Il pubblico? Femminile e maschile, di ogni generazione ed estrazione. In un’atmosfera festosa da guinguette all’aperto, ma con il sibilo delle ruote al posto delle note di fisarmonica. Di quegli appuntamenti che potrebbero ispirare idee per il futuro sulla presenza dello sport in una capitale troppo a lungo bollata sbrigativamente come ‘intellettuale’, ergo allergica al sudore sui campi di gioco d’ogni tipo.
Una semplice parentesi olimpica prima del ritorno alla norma? Forse. Ma è pure vero che la densa capitale, proprio ai piedi di Montmartre, a Porte de la Chapelle, si è dotata ad esempio di uno splendido centro polivalente semicoperto per skateboard, pattinaggio su ruote e BMX animato da una vera comunità di appassionati che attira ormai migliaia di giovani ad ampio raggio, anche sul piano dell’estrazione socioeconomica. Da un secolo, com’è noto, si teme a Parigi una nuova grande piena della Senna. Ma forse, farà prima lo sport.