Rose gialle, rose bianche a ciuffi e rampicanti, riempiono le aiuole, gli angoli delle strade, le pareti delle case di campagna: è il Monferrato in un giorno caldo di sole. Sembra di volare lungo le immense coltivazioni di riso che appena spuntano dall'acqua tinta di verde e di azzurro. Ci fermiamo un momento a Casale ancora silenziosa al mattino quando offre i suoi famosi biscotti, in scatole colorate, dalle vetrine dei bar di un'eleganza semplice e ordinata. Poi una piccola porta in un vicolo si apre sulla vita di un popolo antico, ricco di storia, di orgoglio e di sofferenza: è la Sinagoga più bella e importante che io abbia mai visto e che racconta i suoi 500 anni di presenza del popolo ebraico in questa città. La ricchezza e la fantasia delle luci, delle scritte, dei pannelli colorati alle pareti, le grate dei mattoni riccamente disegnati dietro i quali seguiva le preghiere il mondo femminile, tutto è soffuso da una polvere d'oro che resta nell'aria a dare il senso del tempo. In alto, il soffitto decorato di stucchi verde azzurro porta la scritta: «Questa è la porta del cielo». Al piano di sopra la vasta esposizione di oggetti religiosi, qui raccolti nel silenzio, ci fa pensare a quanto, noi cristiani del mondo, abbiamo fatto soffrire nei secoli, questo che era il popolo di Cristo. La signora gentile che ci accompagna all'uscita fa parte delle due sole famiglie ebraiche che oggi vivono ancora in questa città. Usciamo come avvolti da questi pensieri quando il profumo delle rose ci riporta alla realtà di oggi sulla strada che sale sulle colline fino al santuario di Crea. E qui si apre un'altra storia, quella di una giovane ebrea che dà la vita a un bambino nato per salvare il mondo, Maria al cui ricordo è stato nel tempo dedicato il grande santuario del Sacro Monte. Quasi privo di precise memorie storiche resta al pellegrino il piacere del contatto con la natura, con l'arte, con l'esperienza liturgica, con il silenzio e la pace. Le antiche cappelle che raccontano la vita e la morte aiutano il pellegrino a salire la strada fino al santuario dove si incontrarono nel 1948 il presidente del Consiglio italiano De Gasperi e il ministro degli esteri francese Bidault. Il colloquio, scriveva il senatore democristiano Brusasca, durò più di due ore dove prendendo in esame i problemi internazionali, dopo la firma per l'unione doganale italo-francese, avvenuta il giorno prima di Parigi, si decise una più profonda collaborazione tra Francia e Italia nella prospettiva di una futura Unione Europea. La natura non ufficiale dell'incontro fu nell'animo dei due politici cristiani un pellegrinaggio a una delle più venerate Madonne d'Italia.
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