È il mistero più grande della fede cristiana, il segno efficace della presenza di Dio nella nostra storia quotidiana, eppure è anche il segno più semplice di tutta la vita della comunità dei credenti: l’Eucaristia è così in grado di parlare ai semplici, ma anche di impegnare i più grandi pensatori. San Pasquale Baylon nella sua vita mise insieme questi due aspetti, espresso in un amore profondo per il pane consacrato, arrivando a guadagnarsi il titolo di «teologo dell’Eucaristia». Un amore che non era il frutto di studi e lezioni, ma di una vicinanza assidua e costante. Era nato il giorno di Pentecoste, il 16 maggio 1540, a Torre Hermosa nel regno di Aragona e da piccolo fu mandato a pascolare le greggi. Si sentì però chiamato alla vita religiosa e per questo, compiuti i 18 anni di età, si presentò al convento di santa Maria di Loreto dei Francescani Riformati (Alcantarini): dopo essere stato rifiutato una prima volta, forse perché ritenuto ancora troppo giovane, venne ammesso al secondo tentativo ed emise la professione religiosa nel 1564. Non si sentì degno di essere ordinato prete, ma si dedicò con umiltà ai compiti più difficili che gli venivano assegnati: venne ad esempio inviato nel 1576 a Parigi per consegnare importanti documenti, rischiando la vita a causa di possibili attacchi dai calvinisti: un compito che Baylon assolse con successo. Scrisse un’opera sulla presenza di Cristo nel pane e nel vino consacrati e morì il giorno di Pentecoste, il 17 maggio 1592 a Villa Real. Santo dal 1690, nel 1897 venne proclamato patrono dei Congressi eucaristici.
Altri santi. Santa Giulia Salzano, fondatrice (1846-1929); beata Antonia Mesina, martire (1919-1935).
Letture. Romano. At 17,15.22-18,1; Sal 148; Gv 16,12-15.
Ambrosiano. At 19,21-20,1b; Sal 148; Gv 14,1-6.
Bizantino. At 17,19-28a; Gv 12,19-36.
t.me/santoavvenire
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