venerdì 6 giugno 2003
Assolutismo e tolleranza laici: insieme. Ieri su "Repubblica" (p.14) Corrado Augias insiste: nella nuova Costituzione europea non c'è, né ci deve essere posto per le radici religiose cristiane, e invece deve esserci, e infatti c'è nel Preambolo, "esplicitamente indicato" l'Illuminismo. E perché? Perché "quel richiamo è tutto terreno e politico", non solo, ma "condensa in un'espressione sintetica tutto ciò che l'Europa vuole essere". Perbacco! Con due conseguenze. La prima è che Augias riconosce che il cristianesimo non è roba di questa terra. È ultraterreno"Però la conclusione che ne tira è la sua totale cancellazione. Ma non è, questa, una cosa già vista per qualche decennio, e con tragiche conseguenze? La seconda conseguenza è che qualcuno vuole decidere, e decide da solo, in pagina e in nome della sua personale ragione, "tutto ciò che l'Europa vuole essere". Tutto? Proprio tutto? Sì! Augh, ho detto! Grande Capo ha parlato"Era l'assolutismo. E la tolleranza laica? Subito servita, contraddizione compresa. Proprio lì accanto, sempre "Repubblica", pagina seguente, Stefano Rodotà - "Da Tucidide agli illuministi. L'Europa in cerca di un marchio" - dice che il riferimento esplicito all'Illuminismo è un "pasticcio culturale", una "ritorsione" che "giustifica la protesta di chi sottolinea l'arbitrarietà dell'omissione del cristianesimo". E allora? Allora viva il professore "garante" non solo della privatezza, che almeno non si arroga il diritto di decidere, lui da solo, "tutto quello che l'Europa vuole essere". È già qualcosa, e dà speranza al dialogo"
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