giovedì 23 marzo 2017
La nostra vita è piena di cose. Troppe cose. Ostacoli che si vedono e che non si vedono, ma che ci fanno camminare schiacciati sotto il loro peso. Con il passare del tempo, noi ordiamo intorno alla vita una tela quasi invisibile di piccole prigioni, di cerchi senza uscita che fanno implodere la nostra libertà, di infime concessioni, all'apparenza insignificanti, ma che addizionate inchiodano le nostre ali con spilli crudeli. E ci ritroviamo, per esempio, ipotecati dal materialismo più primario, con l'unica preoccupazione di far crescere le provviste del nostro granaio. Oppure ostaggi di un vuoto crescente che ci ha ormai dinamitato da dentro. Non riusciamo più a spiccare il volo. Vogliamo controllare i dettagli della vita, modellarla a misura della nostra ristretta ambizione, trattenerla, come se ciò fosse in mano nostra. E così non cogliamo la lezione fondamentale: che la legge più profonda della vita la si accoglie nel paradosso dell'amore. Quando consegno la vita come dono, è allora che si moltiplica. Quando mi abbandono, allora mi trovo. Quando dico "la mia vita è tua", ecco che mi appartiene veramente. L'accumulazione per l'accumulazione non porta da nessuna parte. La vita sarà un'avventura feconda se saremo certi di questo amore.
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