Non da ieri, ogni mese il Papa affida alla "Rete mondiale di preghiera - Apostolato della preghiera" le sue intenzioni, ma dal 2016, entro un progetto di «ricreazione» approvato da Francesco stesso e guidato dal gesuita francese padre Frédéric Fornos, l'intenzione «universale», ovvero quella che si rivolge alle sfide dell'umanità, è diffusa in tutto il mondo anche attraverso dei brevi video (prodotti da un'agenzia internazionale, "La Machi", specializzata in «comunicazione per buone cause»). Ne ho già parlato qui, ma ne vorrei riparlare: dopo sette appuntamenti credo di aver colto una linea di fondo di questo progetto indubitabilmente digitale. Quanto alla sua popolarità in Rete, a campione scelgo i canali "Vatican" anglofono e ispanofono di Youtube, e registro in tutto circa 440.000 visualizzazioni del video di gennaio, poi una media di 60.000 di quelli da febbraio a giugno.Cosa è che tiene assieme i temi? Per luglio ( tinyurl.com/zmo9me6 ) si prega perché «vengano rispettati i popoli indigeni, minacciati nella loro identità e nella loro stessa esistenza»; a ritroso, è stata preceduta da: solidarietà in città, donne nella società, piccoli agricoltori, bambini e famiglie in difficoltà, cura del creato, dialogo interreligioso. E perché si è scelto di presentarli con questo linguaggio: testi, musiche (di mese in mese riarrangiate) e soprattutto immagini, sempre bellissime? L'idea che mi sono fatto è che, dentro questo percorso di rinnovamento, l'intenzione universale (quella diffusa anche con i video) stia a quella per l'evangelizzazione (diffusa con i canali tradizionali) come la Laudato si' sta all'Evangelii gaudium. Ovvero essa pare rivolgersi non solo ai milioni di cattolici membri dell'Apostolato-Rete, ma «a ogni persona che abita questo pianeta», purché religiosa. Per invitarla a pregare su questioni che riguardano il futuro dell'uomo sulla terra, nello spirito con il quale Giovanni Paolo II chiamò ad Assisi i capi di tutte le religioni «insieme per pregare» per la pace. Era giusto trent'anni fa.
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