È molto probabile che nei prossimi trent’anni alcune professioni e alcuni mestieri che oggi incontriamo tutti i giorni diminuiranno in modo consistente o addirittura non esisteranno più. La cassiera al supermercato, la centralinista, il magazziniere, il commesso del negozio, l’usciere, l’operatore allo sportello o la segretaria addetta al protocollo. Sono mestieri che, secondo numerosi studi internazionali, diminuiranno nel futuro prossimo arrivando ad erodere circa 600mila posti di lavoro nel mondo. Il motivo è che si tratta di impieghi con elevati compiti ripetitivi e manuali o che si occupano di elaborare dati piuttosto elementari che l’intelligenza artificiale può gestire in modo automatizzato, veloce, senza interruzioni o pause estive e anche con crescente efficienza. È di pochi giorni fa la notizia che nel 2024 le startup di intelligenza artificiale hanno raccolto 131,5 miliardi di dollari, più del 52% rispetto allo scorso anno, cioè oltre un terzo degli investimenti totali ottenuti dalle startup di tutto il pianeta.
Tutto il mondo del lavoro è destinato a mutare inevitabilmente anche le professioni intellettuali o che prevedono una forte relazione con le persone. Però i robot non ci toglieranno il lavoro, piuttosto lo trasformeranno e in tanti confermano che saranno numerose le opportunità lavorative che verranno a crearsi. Si pensi ad esempio alle nuove professioni ad altissimo contenuto tecnologico che fino a pochi anni fa erano impensabili e diventeranno invece più indispensabili per sviluppare, implementare e gestire i sistemi di IA: dagli sviluppatori (AI Developer), ai gestori di big-data (Data Scientist), ai progettisti che dovranno integrare e ottimizzare l’IA in sistemi e applicazioni più ampie (AI Engineer), fino a professioni emergenti che dovranno costruire e creare le istruzioni che guidano la generazione di contenuti da parte dei sistemi di IA generativa (Prompt Engineer). Non da ultimo, emergerà la necessità di figure come l’AI Ethicist, che dovranno valutare e garantire l’eticità, la legalità e la responsabilità dei contenuti generati dall’IA.
Man mano che il progresso tecnologico aumenterà, le professioni dovranno quindi affrontare nuove sfide in termini di apprendimento e adattamento. L’essere umano non potrà esimersi dal continuare a studiare, crescere professionalmente e mettersi in gioco e la formazione professionale potrà aiutare lavoratori ed aziende a vivere l’IA come uno strumento che rende possibile l’avanzamento dei processi produttivi e l’abbattimento di alcuni limiti strutturali. ENAIP sarà sempre più impegnato in questa direzione, anche per favorire l’apertura delle professioni STEM all’universo femminile. L’IA, ben gestita e governata, potrà liberare l’essere umano dalla fatica del lavoro fisico e intellettuale per inseguire nuovi orizzonti di crescita spirituale e sociale, nella speranza di un nuovo rinascimento.
© riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: