Il volto attuale dei cristiani nel mondo: fedeli ai propri doveri, ma di più a Dio
venerdì 22 settembre 2023
Nelle parole di un primicerio, un capo tra i soldati, c’è tutto il significato dell’essere cristiani, nel II secolo così come oggi: «Siamo tuoi soldati, ma anche servi di Dio, cosa che noi riconosciamo francamente. A te dobbiamo il servizio militare, a lui l’integrità e la salute, da te abbiamo percepito il salario, da lui il principio della vita», si sentì dire l’imperatore Massimiano. I fedeli di Cristo, infatti, prendono sul serio i loro compiti ma sanno che tutto ha un senso solo in Dio, il principio e il fine di tutto. La vicenda dei santi Maurizio, Candido, Essuperio, Vittore e dei loro compagni soldati racconta una fede coraggiosa, sostenuta da una comunità capace di andare controcorrente. Erano membri della legione tebea, che secondo la tradizione era composta tutta da cristiani egiziani in servizio ai confini orientali dell’impero romano. Alla fine del III secolo furono inviati da Massimiano nell’Europa centrale per contenere le rivolte dei Bagaudi e gli assalti di altri gruppi come i Quadi e i Marcomanni. Quando però venne loro richiesto di uccidere le popolazioni cristiane nel Vallese essi si rifiutarono, non accettando neppure di sacrificare agli dei. Per questo andarono incontro a una punizione terribile: la decimazione, l’uccisione di un soldato ogni dieci. Maurizio, che comandava la legione, e i suoi compagni Candido ed Essuperio, da Agaunum, nel Vallese appunto, riuscirono a fuggire, ma furono raggiunti dai commilitoni e vennero uccisi. Il Martirologio ricorda assieme a loro anche il «veterano Vittore». Altri santi. San Silvano di Levroux, eremita (I sec.); sant’Ignazio da Santhià, religioso (1686-1770). Letture. Romano. 1Tm 6,2-12; Sal 48; Lc 8,1-3. Ambrosiano. 2Pt 1,1-11; Sal 62 (63); Lc 18,24-27. Bizantino. Ef 4,17-25a; Lc 4,22-30. t.me/santoavvenire
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