Un “bentornato in tv”, Piero Badaloni se lo merita. Lo ricordavamo garbato conduttore di tg prima ancora dell'esperienza politica e delle successive corrispondenze in giro per l'Europa. Adesso, a settant'anni suonati, accetta la proposta di Tv2000 e del suo direttore Paolo Ruffini (questione di stima reciproca dai tempi di entrambi alla Rai). La scommessa attuale si chiama Avanti il prossimo, un talk show in prima serata il mercoledì su attualità, società, economia e politica. Tanti ospiti, storie e racconti che mettono in primo piano le persone, le loro idee, le loro esperienze. Nella prima puntata, molti i temi toccati, a cominciare dalla politica, con Fausto Bertinotti e Mario Segni, per concentrarsi poi su uno dei problemi più sentiti dalla popolazione italiana: la sicurezza. Ospiti in studio, il sottosegretario al Ministero dell'interno, Domenico Manzione, padre Francesco Occhetta, editorialista di Civiltà cattolica, Stefano Sermenghi, il sindaco di Castenaso in provincia di Bologna che ha promosso i «gruppi di vicinato e volontari anticrimine», e Francesco Sicignano, l'uomo che la notte del 20 ottobre 2015 ha sparato e ucciso il rapinatore di origini albanesi entrato di notte nella sua casa di Vaprio d'Adda, in provincia di Milano. Qualche “Mi consenta” o “Ti ho lasciato parlare, adesso lascia parlare me” ci è scappato lo stesso, ma rispetto alla “caciara” che contraddistingue i talk televisivi (ormai in crisi profonda), con Avanti il prossimo abbiamo respirato, abbiamo capito finalmente qualcosa: gli ospiti, uno alla volta, hanno parlato quasi sempre senza interruzioni. Il programma di Badaloni (da un'idea di Alessandro Sortino, curato con Dario Quarta, Valeria Aloisio e Francesca Mancini, per la regia di Antonio Ammirati) rappresenta una modalità di racconto di fatto nuova, con l'intento di offrire percorsi di approfondimento e di chiarezza ai telespettatori. Al tempo stesso richiama l'attenzione su quel “prossimo” che il Vangelo invita a considerare e amare come se stessi e che per la dottrina sociale della Chiesa è al centro dell'azione della società e della politica. Badaloni ha forse bisogno di sciogliersi un po' dopo la lunga lontananza dalla tv, ma la classe non è acqua: basta nulla per scuotersi la polvere di dosso e ripartire alla grande, compreso il finale dedicato alla memoria di Giulio Regeni a un anno dalla scomparsa.
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