Il 12 luglio scorso le fonti digitali che tengo sistematicamente sott'occhio portavano una sola notizia che avesse papa Francesco per protagonista. Si trattava del messaggio di cordoglio a monsignor Cacucci, arcivescovo di Bari, per le vittime dell'incidente ferroviario sulla linea Corato-Andria. Non che il nome del Papa fosse assente dalla Rete: lo citavano molti altri post, dei quali i più in vista avevano per oggetto: l'Amoris laetitia; il proposito di Ali Agca di farsi prete; le discussioni sulla riforma liturgica; il dialogo con l'università islamica di al-Azhar; alcuni futuri beati e, in larga misura, i nuovi vertici della Sala stampa vaticana. Ma a parte il citato telegramma, diffuso peraltro nel tardo pomeriggio, non c'è stato null'altro che egli abbia fatto o detto in quel giorno, o che comunque lo riguardasse direttamente, che sia diventato una notizia.Segnalo la circostanza perché è la prima volta che la registro dall'inizio del pontificato. E anche perché ho immaginato che se lo sia imposto. Magari aveva scommesso con padre Lombardi, nel giorno dell'accettazione delle sue dimissioni: «Vedrà che domani non farò niente, neanche una nomina, neanche un salto dal dentista, che magari qualcuno mi vede... Me ne starò tranquillo a Santa Marta, a studiare la Georgia e l'Azerbaigian, che il 30 settembre è qui che viene».Sarebbe accaduto anche il giorno seguente, se non fosse che, appunto di ritorno (pare) dal dentista, ha pensato di fermarsi a salutare il professor Guzmán Carriquiry e gli altri membri della Pontificia commissione per l'America Latina, che, comprensibilmente, ha diffuso la notizia ( tinyurl.com/gogeswh ). Ancora nessuna reazione, invece, alla lettera con cui Lino Banfi, che ha compiuto 80 anni, gli ha chiesto con garbo un incontro che gli varrebbe, dice, «un premio alla carriera». L'altra settimana "Famiglia Cristiana" ci aveva mostrato, anche sul sito, il testo autografo ( tinyurl.com/zdbr662 ), nel caso fossimo stati malfidenti. E ci aveva anche fatto, comprensibilmente, il titolo.
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