Il cristianesimo ha questo di caratteristico: un'indissolubile affezione alla terra. È una religione che può proclamare che caro salutis cardo, come affermava sant'Ireneo di Lione: «La carne è il cardine della salvezza». Il Dio del cristianesimo si è compromesso con l'umano in maniera infinita, cioè definitiva. Per questo solo attraverso la carnalità della storia umana è possibile trovare Dio. A suo modo lo ribadisce l'enciclica Laudato si' quando ripete per ben 3 volte «tutto è connesso», per 4 volte «tutto è in relazione». Nel cristianesimo la terra e il cielo si toccano. Wendell Berry, scrittore del Kentucky, ci restituisce qualcosa del genere in Un posto al mondo (Lindau), uno dei suoi romanzi agresti. A parlare è il barbiere Jayber, uno dei personaggi di Port William, la cittadina di fantasia in cui Berry ambienta le sue storie. Ascoltiamo in una lezione improvvisata di teologia che ci farà sicuramente bene: «L'insulto del mortale non è forse anche insulto dell'immortale, e quello della vita anche della vita eterna, e quello della Terra anche del Paradiso? Perché non è forse su questa polvere che la parola e la legge procedono e lasciano traccia?». Insultare il mortale è insultare l'immortale. La verità e la bellezza cristiana passano anche dalla polvere di cui siamo fatti.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: