domenica 6 agosto 2023

Il silenzio di centinaia di migliaia di giovani nel tempo dell'adorazione eucaristica, al termine della veglia di sabato sera, ha rivelato l'intensità con cui è stata vissuta questa GMG. C'è proprio da sperare, come ha detto il Papa, che la gioia diventi missionaria, che i ragazzi di Lisbona, conservando nel cuore l'esperienza vissuta, siano "radici di fede" per i loro coetanei. Che le loro vite brillino di novità evangelica, una volta a casa, nel modo di interpretare le occupazioni quotidiane, il tempo libero, le relazioni...

In questa prospettiva, la GMG non è finita oggi; in un certo senso oggi comincia, perché la fase "mistagogica" non è meno importante della celebrazione dell'evento. Si inizierà oggi stesso, durante il lungo viaggio di ritorno, ma sarà una sfida per i prossimi mesi.

Per il resto, il copione del sabato-domenica non si è discostato dal solito: un po' di fatica nel riposare la notte (c'era chi si ostinava a chiacchierare e cantare e per di più il Campo della Grazia nel settore B era soprattutto un campo di sassi!); la suggestione del risveglio collettivo al sorgere del sole; qualche disagio nell'accesso ai servizi, peraltro abbondanti e puliti di continuo; i colloqui con i vicini nelle ore di attesa. Mi pare sia nato anche qualche flirt interdiocesano, ma non ci giurerei: il gossip non è mai stato il mio forte.

Prima di partire, tuttavia, come ha fatto Papa Francesco, va fatto un monte di ringraziamenti. Io ne ho uno speciale per gli anziani e i bambini che ci hanno salutato con allegria e commozione mentre si passava sotto le loro finestre: ci hanno fatto percepire come i giovani della GMG siano un segno di speranza anche solo per il fatto di essersi messi in cammino. E nel 2027 si replica.

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