lunedì 1 dicembre 2003
Abbiamo già osservato, tre settimana fa e con qualche preoccupa-zione, un certo ritorno dell"Illuminismo. Il filosofo Umberto Galim-berti è tra coloro che lo invocano (martedì 25, La Repubblica) e lo fa con tale supponenza che si smentisce da solo: è illuminista, dice, chi è convinto che «nel mio pensiero devo tollerare che forse tu, che sei il mio avversario, sei nella verità ad un gradiente maggio-re del mio». Tra i suoi avversari sono gli uomini di Chiesa, la quale, afferma sempre Galimberti, «se oggi ne avesse la forza, impiccherebbe tutti i miscreden-ti», perché - ecco il «gradiente maggio-re» - «la violenza è parte essenziale del sacro» e «chi presume di essere il depositario della verità è cieco e violento». Madre Teresa insegna. Oppure il Vangelo, per il quale Cristo è la verità e Dio è amore. Raramente in un saggio su «i lumi» ho trovato tanti luoghi comuni, a riprova che, talvolta, anche i filosofi parlano al buio. Ecco qualche saggio del  Galimberti-pensie-ro: «Per i cristiani l"individuo ha come scopo innanzitutto la salvezza indivi-duale, la salvezza dell"anima, appunto, che è affidata alla pratica religiosa e quindi alla Chiesa». Galimberti si legga il Catechismo della Chiesa cattolica: scoprirà che la salvezza è solo un fine conseguente alla fede e all"amore di Dio e del prossimo. Il che significa anche che «il vivere civile» non «passa in secondo piano», come dice lui, essendo traduzione dell"amore per i fratelli, che è tramite di quello per Dio. Spiacente anche per Rousseau, che il Nostro cita e secondo il quale «il cristiano non può essere un buon cittadino». Proprio Galimberti dimostra il contrario e però non se ne accorge: «Un individuo - dice - è tale in quanto è in relazione di fratellanza e di uguaglianza con gli altri, in quanto è parte di una città e non in quanto si salva l"anima». Come è noto, "Liberté, égalité, fraternité" è il motto che la rivoluzione francese ha mutuato dal Vangelo: peccato che sia stato applicato con la ghigliottina. L"ultima perla è l"assimilazione degli «uomini di religione» ai «fascisti, comunisti e totalitaristi», perché anche tutti costoro «vivono un tempo escatologico [...] pervaso di palingenesi e di salvezza mentre l"illuminismo vive un tempo progettuale». Gesù, fate lume, perché Galimberti inciampa anche qui: proprio i totalitarismi sono i figli dell"illuminismo, perché la loro escatologia è un progetto che, come quello «molto più modesto» degli illuministi, finisce qui. Per dirla tutta: i «lumi» non fanno luce oltre il proprio naso, il cristiano va ben oltre.
IL GAY BUSINESS Giovedì 27, per il Manifesto, la notizia del giorno, a tutta prima pagina, era la seguente: "Gay save the Queen", i gay salvino la Regina, perché costei ha aperto il Parlamento britannico annunciando il progetto del "suo" governo, di riconoscere il matrimonio dei gay. Il fondo, poi, sembrava la marcia nuziale di Wagner o di Mendelssohn. Fortuna che, il giorno prima, nella solita pagina «glbt» (gay, lesbiche, bisex e trans) l"Unità aveva annunciato con un titolo grande così: «I commercianti corteggiano il "capitale gay", propongono viaggi e partecipazioni di nozze». Come si sospettava: è tutto un business.
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