È possibile cercare Dio nello studio e allo stsso tempo seguire le sue tracce lungo i solchi delle vite di chi soffre, di chi è ai margini, di chi ha bisogno di speranza nel futuro o di chi spera almeno in un perdono per i propri errori. È possibile come lo fu per san Giuseppe Cafasso, sacerdote piemontese che visse con dedizione il proprio ministero nel cuore della Torino del suo tempo, nelle vesti di insegnante di teologia, ma anche di compagno dei condannati a morte. Era nato a Castelnuovo d'Asti nel 1811 e a 22 anni era già prete: per l'amico don Giovanni Bosco, don Giuseppe era un "modello di vita sacerdotale". Una testimonianza resa anche nell'insegnamento della morale a Torino, una strada sulla quale lo aveva messo il moralista don Luigi Guala e che lo vide per 24 anni dedicarsi alla formazione dei preti. Sempre su invito di Guala, Cafasso portò avanti anche l'impegno della catechesi e dell'assistenza a lavoratori, giovani, famiglie e ai carcerati, specie dei condannati a morte, meritandosi così il soprannome di "prete della forca". Morì nel 1860.
Altri santi. Santi Martiri di Nicomedia (303); beata Raffaella Santina Cimatti, religiosa (1861-1945).
Letture. Romano. Natività di san Giovanni Battista. Is 49,1-6; Sal 138; At 13,22-26; Lc 1,57-66.80.
Ambrosiano. Es 35,1-3; Sal 117 (118); Lc 5,36-38.
Bizantino. Rm 8,22-27; Mt 10,23-31.
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