La fede vissuta nello studio e nella cura degli emarginati
domenica 23 giugno 2019
Un teologo dietro le sbarre, marchiato come “prete della forca”, ma in realtà un vero e proprio “modello di vita sacerdotale”, come lo definì il suo amico don Bosco. San Giuseppe Cafasso ci mostra oggi da dove bisogna partire: dallo studio e dalla cura degli emarginati. Una formula semplice per vivere la fede, che richiede però molto coraggio. Cafasso era nato a Castelnuovo d'Asti nel 1811 e a 22 anni era già prete. Il teologo e moralista don Luigi Guala lo volle al suo fianco nell'insegnamento della morale a Torino e lui, con dedizione, portò avanti quest'opera per 24 anni formando preti santi. Ma al contempo si dedicò alla catechesi a all'assistenza a lavoratori, giovani, famiglie e ai carcerati, facendosi compagno soprattutto dei condannati a morte nelle ultime ore di vita. Morì nel 1860.
Altri santi. Santi Martiri di Nicomedia (303); beata Raffaella Santina Cimatti, religiosa (1861-1945). Letture. Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. Gen 14,18-20; Sal 109; 1Cor 11,23-26; Lc 9,11-17.
Ambrosiano. Sir 18,1-2.4-9a.10-13; Sal 135; Rm 8,18-25; Mt 6,25-33.
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