Qualcuno è ormai partito da un pezzo; arrivano già le foto degli epici viaggi e dei primi incontri nei gemellaggi. Per noi di Lucca, invece, oggi è stato il “giorno zero”, il giorno dello zaino: preparare i bagagli, seguendo le istruzioni degli organizzatori. Mi immagino i ragazzi, quasi tutti alla prima esperienza, a messaggiare con gli amici: «Tu lo porti quello? Quante magliette e bermuda?». Ma anche alla prese con le immancabili raccomandazioni delle mamme: la roba da prendere, quella da lasciare, il cibo, le medicine, i soldi. «Mi raccomando chiama!». Vigilia, insomma, come sempre un po’ tesa. Anche per i “veterani” della Gmg come me, navigati preparatori di zaini, l’operazione si è svolta con una punta d’ansia, perché proprio l’esperienza insegna che alla fine si dimentica sempre qualcosa. Adesso è tutto pronto, ma rimane un’inquietudine – legata anch’essa alle lezioni del passato: sta per iniziare un’avventura il cui esito non è scontato. Potrà essere una straordinaria vicenda spirituale, ecclesiale e culturale, con incontri indimenticabili e scelte significative, oppure una vacanza come altre, magari un po’ più spartana e massiva, ma destinata a non lasciare traccia, al ritorno, nella vita dei ragazzi, a parte il solito corredo di foto, messaggi , souvenir, filmati su YouTube. Farà la differenza però quella somma di desideri, speranze, curiosità, paure… che è il “bagaglio interiore” – il più importante – che ciascuno domani porterà con sé. Chissà se con gli amici e le mamme i ragazzi oggi avranno discusso anche di questo?
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