mercoledì 7 luglio 2010
"Dio in fuorigioco": poiché qualche calciatore, tra Africa e Sudamerica, attribuisce al suo "Dio" anche fortune e sfortune del calcio in Sudafrica, ieri su "Repubblica" (p. 67) leggera ironia sulla stessa fede in Dio, con riferimento a sue chiamate in causa per tragedie ben più pesanti. Leggi e sorridi per l'argomentazione un po' stiracchiata, ma sempre lì (p. 17) trovi una sparata dell'«inviato a Varsavia» con sicurezza, fin dal titolo, che «La sconfitta di Kaczynski è uno smacco per la Chiesa», descritta in sostanza come «un pericolo» permanente per la democrazia polacca" A parte i ricordi storici della Chiesa in una Polonia non proprio democratica, forse la realtà non è così netta e infatti, stesso argomento, sulla "Stampa" (p. 1) c'è l'espertissimo Bettiza per il quale " altro titolo " «Ora la Polonia aspetta il voto della Chiesa». Dunque per "Repubblica" la Chiesa ha già votato ed è stata sconfitta, ma per "La Stampa" non è così. Ti informi anche in loco " oltre che su Avvenire con l'altrettanto espertissimo Geninazzi ": meglio, più professionale e seria, la seconda! Per niente professionale invece " argomento la triste vicenda Orlandi " lo strillo a p. 1 del "Fatto" " «De Pedis, i misteri della tomba e la fretta vaticana» " con testo a p. 8 intera, sulla circostanza che «il Vicariato (di Roma) decide di autorizzare una perquisizione già possibile». Qualcuno, come sempre sicuro su tutto, ora rimprovera «la fretta vaticana», dopo che per anni su "Repubblica" ha tante volte lamentato sullo stesso argomento" resistenze e lentezze, ovvio, «vaticane»! Pur di dar torto a Chiesa e preti si va in "fuorigioco" professionale a testa alta: che però è davvero bassa.
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