mercoledì 1 settembre 2021
Ci sono confessioni di fede che sgorgano da una pagina come fonte di acqua fresca e cristallina. Sono doni che appaiono non spesso, ma quando le incontriamo ci danno la sensazione di un bicchiere d'acqua limpida dopo ore di arsura. Lo statunitense Wendell Berry, al termine del suo Jayber Crow (Lindau), ce ne offre una degna di nota: «Interpreto alla lettera le Scritture, e dunque capisco le difficoltà. Nonostante ciò, tutte le domeniche mattina vado in chiesa per la mia strada lastricata di dubbi. Suppongo di essere un uomo difficile. Leggendo e rileggendo le Scritture nel corso degli anni, è cresciuta in me la convinzione che Cristo non è venuto per fondare una religione organizzata, ma una non organizzata. Che è venuto per portare la religione fuori dal tempio e in mezzo ai capi e ai pascoli, lungo le strade e sulle rive dei fiumi, nelle case dei peccatori e dei pubblicani, nelle città come nella natura selvaggia, verso la fratellanza di tutto ciò che esiste». Scritte nel 2000, queste righe sembrano riecheggiare la portata evangelica del messaggio di Papa Francesco, quel suo appello alla fratellanza universale, quel suo insistere sul fatto che «tutto è connesso», terra e cielo, sacro e profano, e non c'è più separazione tra un luogo in cui incontrare Dio e il posto in cui Egli abita.
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