Tante volte abbiamo sentito dire che nel nostro tempo mancano i maestri. Abbiamo specialisti di ogni sorta, siamo una società di esperti, mai come oggi la tecnica e la scienza impongono i loro criteri. Ma ci mancano maestri capaci di fare sintesi, competenti nell'arte di aiutarci a trovare il senso di quello che viviamo. La vita non può essere unicamente la somma delle possibilità, e non può confrontarsi solamente con il calendario - uscendone regolarmente perdente. La vita deve essere di più di tutto questo. Ora, ciò che illumina, impasta e fornisce le fondamenta alla vita è, necessariamente, una sapienza. Sapienza significa visione globale della propria vita, uno sguardo d'insieme che abbracci non solo una parte ma la totalità della nostra esistenza; non solo ciò che siamo stati, ma quel che siamo e saremo. La sapienza è una narrazione capace di comprendere il nostro nascere, il nostro maturare e il nostro morire, questa specie di frenesia e di pace, di delizia e di dolore, questa singolare polvere innamorata che costituisce la vita. Non so se nella nostra contemporaneità ci manchino o meno dei maestri. Esistono, forse, ma si esprimono in modo inatteso o scomodo, e semplicemente non vogliamo ascoltarli. Ma quello che so è che, prima o poi, ognuno di noi si ritrova alle prese con la questione della sapienza.
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