Francesca, fragile ed emotiva, ha scelto una ricca famiglia borghese di Parigi ove accasarsi; Massimo, solido e solitario architetto torinese, è rimasto nella sua città, con un lavoro soddisfacente e una vita sentimentale precaria. Si erano conosciuti perché anche lei a Torino ci è vissuta, ha un padre burbero che dell'architettura ha fatto la sua ragione di vita, e da quello, e dal suo futuro, è fuggita. Entrambi hanno case magnifiche, ma incapaci di abitarle, perché incapaci di trovare un luogo ove sedare la loro bulimica insoddisfazione e le loro inconsce paure. Dove non ho mai abitato è il tentativo con il quale Paolo Franchi esplora il terreno della commedia sentimentale, convincendo Emmanuelle Davos e Fabrizio Gifuni ad interpretare quella donna e quell'uomo fuori sincrono rispetto ai tempi della vita e alle sue offerte inaspettate. Nella loro piuttosto disperata e perdente ricerca di sintonia. Costruiscono, infatti, entrambi case per gli altri, ma non sono capaci di trovare e arredare di amore e felicità la loro. Gli ambienti sono ben regolati tra dialoghi diurni e incontri notturni, nella bellissima città piemontese e dintorni, solcati da una pallida luce della natura autunnale o dalla livida luce della città deserta. Luce che si riflette e a sua volta riflette proprio le personalità, i caratteri, le anime dei due. Franchi dirige con sincerità una storia che a tratti appare, però, piuttosto fané.
Luca Pellegrini
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