In occasione dell'8 marzo, la Mondadori ha mandato in libreria uno strano libro che racconta e illustra sinteticamente e vivacemente la vita di 100 donne del passato e del presente: una pagina di testo su ognuna di loro e una pagina per il loro ritratto. Il libro ha due autrici delle voci e ideatrici del libro, Elena Favilli «imprenditrice e giornalista» e Francesca Cavallo, scrittrice e regista teatrale, e ha 70 illustratrici, di diversa scuola e diverso valore. Si intitola Storie della buona notte per bambine ribelli. 100 vite di donne straordinarie, e la constatazione più consolante è che tante di queste vite sono sconosciute ai più, e sono di donne ben vive, diventate alcune molto famose (e molte di ieri sono entrate nella storia) e altre poco, alcune a lungo e altre solo per un tempo. D'altronde l'indice del libro le rubrica tutte sotto il titolo Hall of fame, e fa rimpiangere (ma potrebbe essere un'idea per un altro libro) che non ci sia un libro equivalente su vite di donne più comuni, donne senza nome, talvolta non meno coraggiose di quelle di cui si parla o, semplicemente, vittime esemplari di destini segnati dalla storia, dalla crudeltà di chi la storia pretende di farla, o più banalmente dalla sopraffazione maschile. Ma a ben vedere, scorrendo queste schede destinate anzitutto a lettrici bambine, la maggioranza assoluta dei nomi e volti che incontriamo ha raggiunto una qualche fama solo temporaneamente, e tante di queste facce e vicende rimangono sconosciute ai più, le loro storie sono più comuni di quanto non si possa immaginare e sono state presto dimenticate nella furia della storia e dalla costrizione all'effimero che è dei media e della cronaca. La sensazione di un lettore adulto che non sia insensibile alle disuguaglianze e ingiustizie del mondo è di vergogna se è maschio, e, credo, di fortissima solidarietà, se è femmina. Non è un risultato da poco. Dall'antico Egitto ai nostri giorni, le donne hanno dovuto sopportare una doppia fatica, quella della Storia, che riguarda tutti e che macina tremendamente sogni e speranze, e parla più di odio che di amore, e al suo interno quella degli uomini, contro i quali è stato necessario alle donne, per affermarsi, imitarne se non la violenza almeno l'astuzia. Le rare eccezioni sono, tra gli uomini e tra le donne, quelle dei "santi" e delle "sante", se vogliamo definire così le persone che si sono votate per istinto, per vocazione o per persuasione a non esercitare potere e violenza su alcuno, a resistere e a combatterli o quantomeno a limitarli con quotidiana e generosa insistenza.
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