Piccolo di statura, forse, ma grande nel dono di sé a tutti. Aldo Benevelli nasce a Monforte d’Alba (Cuneo) il 29 dicembre 1923. A 20 anni dirigente dell’Azione cattolica di Cuneo, partecipa ai primi incontri della Resistenza. Dopo l’8 settembre 1943 viene arrestato, ma anche sotto tortura rifiuta ogni proposta e riesce a fuggire. Impegnato concretamente nella realtà drammatica quotidiana è presente a Boves il 19 settembre 1943, giorno successivo alla strage della prima rappresaglia nazista. Ormai è schedato come sovversivo e la Gestapo lo arresta di nuovo: seguono interrogatori e torture da parte delle SS naziste, che successivamente in fuga uccidono tutti i prigionieri. Lui sopravvive, ferito, e di nuovo in azione il 25 agosto 1945 con altri inventa il settimanale diocesano La Guida… A questo punto l’esperienza della donazione al prossimo fa maturare in lui il desiderio del sacerdozio e il 27 giugno 1948 è ordinato prete e insegna negli istituti Bonelli e Grandis, seguito da numerosi giovani anche nella vita quotidiana. Il vescovo, monsignor Tonetti, lo vuole suo segretario e nel 1954 è anche direttore della Poa, del patronato dell’Onarmo e responsabile regionale della Caritas italiana. Sono gli anni dell’inizio della immigrazione in Nord Italia dal Sud e dai paesi poveri. Frattanto ha fondato a Milano l’Università Internazionale della Pace “Giorgio La Pira”, esportata poi in Spagna, Svizzera, Francia e Malta. L’esperienza di vita lo porta ad aiutare gli emigrati italiani e nel 1966 inventa la Lvia (Laici volontari italiani in Africa) e perciò promuove tra i primi in Italia la legge sulle Ong… Negli anni è anche cappellano carcerario, organizza corsi di lingua italiana per gli immigrati. Oltre la Lvia realizza con i suoi ragazzi interventi e progetti in circa 12 Paesi tra Sud America, Africa (Kenya e Senegal) ed Europa… Quando Paolo VI con la Populorum progressio invita all’impegno lui e i suoi ragazzi rispondono numerosi: meccanici, infermieri, studenti in medicina e perfino rabdomanti per trovare l’acqua sotterranea… La Lvia realizza un piccolo ospedale in località Tigania, nel Meru del Kenya, qui invitato da lui nell’estate del 1974 resto per 2 mesi pieni di novità, catechesi per i giovani, avventure anche pericolose e iniziative nei confronti della povera gente del posto. Da allora lui per me una presenza amichevole quasi paterna. Qui, tra i tanti, due ricordi speciali. Ogni volta che veniva a Roma si presentava alla porta della mia casa con una busta dei celebri dolcetti “Cuneesi”, allegro e felice. L’altro ricordo è legato a1 lungo viaggio al Nord verso il lago Turkana, ai confini con Etiopia o Somalia, attraversando il deserto della regione attorno a Marsabit, e incontrando solo una tenda delle Piccole Sorelle di Charles De Foucauld con arrivo al piccolo aeroporto di Loyangallani. Qui una sera, a picco sulle rive del lago, la concelebrazione di una Messa tormentata da un vento fortissimo, come al principio di tutto… Attorno a quel lago pare siano stati ritrovati i resti umani più antichi di tutta la terra. E ancora su quel lago una “passeggiata” con una piccola canoa, e quando a pochi metri appare un corpo scuro esclamo: «Un tronco!». Arriva immediata la replica del barcaiolo: «Mokkoro – che vuol dire “signore” – No tronco: Crocodyle!». Torno infine a don Aldo: se ne va in silenzio il 19 febbraio 2017, a 93 anni, passati senza disturbare nessuno, salvo i prepotenti che umiliano i poveri e i piccoli, cui, piccolo in qualche modo anche lui, ha dedicato la sua vita. Al suo funerale nel Duomo di Cuneo il vescovo Piero Delbosco ricorda il suo impegno molteplice: «Un sacerdote combattivo, uno spirito libero che ha incarnato il suo ministero a favore dell’annuncio». Una vita di annuncio, don Aldo! Dovrebbe essere la vita di tutti, come la sua!
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