sabato 23 luglio 2011
La manovra economica, qualunque essa sia stata o sia oggi, ha sempre lasciato dietro di sé le sue vittime, anche quando aveva in ogni modo cercato di essere equilibrata nel suddividere, in tempi di difficoltà, l'evoluzione negativa del costo della vita. La pubblicazione degli stipendi, detti d'oro, che riguardano i parlamentari nazionali, aggiunti a quelli dei dipendenti delle Regioni non aiutano certo i capi di impresa, a qualunque livello operino, a rischiare del proprio per il bene del Paese. Se poi veniamo a sapere quanto sia maggiore la spesa italiana per mantenere i suoi organi istituzionali nei confronti di quella di altri Paesi occidentali, allora davvero ci sentiamo smarriti e incapaci di seguire la strada onesta per ciò che riguarda anche il nostro modesto lavoro o la nostra famiglia. La disonestà che viene dall'alto ci regala una preventiva assoluzione per gli eventuali nostri peccati. Non pagare le tasse, non pretendere la ricevuta fiscale dietro l'offerta di uno sconto, o per tenersi amico il venditore, fingere di non aver visto che al bar non ti hanno dato lo scontrino e altre grandi e piccole cose di tutti i giorni sono peccati contro la comunità. Di fronte a emolumenti che non trovano nel vasto e vario mondo del lavoro una eguale distribuzione, come si può chiedere ancora sacrifici se non se ne offre un esempio? Si potrà rispondere che anche se tutti gli organi istituzionali diminuissero i propri stipendi e le spese, non si salverebbe, con ciò, la situazione economica del Paese. Certo, ma come in guerra se non va avanti il comandante, a qualsiasi livello egli sia, chi sta dietro non trova coraggio da solo per affrontare il pericolo, così avviene nelle nostre trincee quotidiane dove per trascinare avanti la nostra famiglia, la nostra azienda, o per trovare anche in un lavoro modesto la forza di continuare è necessario vedere qualche passo davanti a noi altri che faticano con noi. Abbiamo bisogno di esempi positivi, di gente che si ricordi che anche la politica richiede le sue virtù e che sappia cancellare con un comportamento onesto tutte quelle pagine di giornale e della tv dove non ci sono che condanne, minacce di processi o anche solo sospetti di disonestà diffusa. E bisogna fare presto, prima che salga a livelli alti lo sdegno, fino a diventare rivolta. È questa la paura degli onesti. Se l'insieme delle istituzioni, poiché non basta più solo la parola del governo, non sono capaci di riscuotere quella fiducia che, nelle democrazie, è il motore dell'equilibrio economico, siamo davvero davanti a una discesa di sconosciute proporzioni. I giovani che dovrebbero essere la forza nuova che porta avanti idee e iniziative che non dovrebbero avere paura di compromettersi con un lavoro umile come quello che fanno gli stranieri nella nostra terra per noi, dove sono? Non li abbiamo educati ad accogliere anche le privazioni. Non li abbiamo educati a rialzarsi da solo quando cadono, né abbiamo passato loro quei valori essenziali per prendere in mano la propria vita e guardare alto senza piangere se qualcosa fa male. Esse devono scoprire quel fuoco che ci ha dato la forza di nascere e che deve essere alimentato ogni giorno dalla volontà, dalla costanza, da quell'amore alla vita che ha sempre tenuto assieme il mondo.
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