Abbiamo incontrato, in queste Preistorie, le Sirene: Circe, la maga incantatrice, avverte Ulisse del pericolo: le Sirene, gli esseri magici che appaiono in mare, dalla voce che genera un irresistibile incanto. Incanto che cancella memoria e identità, trascinando il navigatore nel fondo, cancellandolo. Odissea, poema delle origini. Le incontriamo in forma e sostanza diversissime, in un racconto di Platone, altra epoca, quinto secolo a.C.«E in alto sopra ognuno dei suoi cerchi stava una Sirena, che veniva portata in giro nelle rivoluzioni e che emetteva un unico suono, un’unica nota. Da tutte e otto risuonava un’unica armonia». Simili, e prossime alle Muse.Platone racconta di una visione estatica, lo fa attraverso Er, il soldato che ha avuto in sorte di contemplare la struttura dell’universo e udire l’ineffabile musica delle stelle. Ed Er, ancora sotto incanto, riferisce di avere visto, tra le creature sovrumane che presiedono al movimento dei corpi astrali, ben otto sirene.
Sirene, che in Omero e in tutta la tradizione letteraria e iconografica successiva rappresentavano le figure del caos, sono divenute custodi dell’armonia del mondo.Forse allora Sirena non è che la personificazione della voce, forse è l’enigma, il mistero della voce stessa.
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