Capitano, in pagina, errori ed omissioni, ma non dovrebbero essere voluti. Ieri su "Avvenire"(p.2) e su altri giornali la notizia: "A Cuba condanne a morte. Fucilati tre dissidenti che per fuggire in America il 1° aprile avevano dirottato un traghetto". Di recente sui giornali "la retata di Fidel" ("Riformista", 8/4, p. 3) e il suo "giro di vite" ("Corsera", 10/4, p. 14): 78 persone, tra cui "giornalisti indipendenti", in galera. "Il Riformista" scriveva però che "Verdi, Partito dei Comunisti Italiani, Aprile e Rifondazione condannavano la "volgare propaganda anticastrista", e sul "Manifesto"(8/4) Ivano Di Cerbo esaltava Castro e "la Resistenza a Cuba". Persino il Presidente della Provincia di Roma, Silvano Moffa, di An, è andato a Cuba in viaggio di affari ("Corsera", 10/4), e si prepara ad andarci Antonio Bassolino, dei Ds ("Espresso", 3/4: "Vera bufala cubana"). Domanda: ieri le tre fucilazioni erano in pagina? Su "Liberazione" sì: trafiletto con titolo "Pena di morte", a p. 14. Troppo navigato, il direttore, per dimenticare o censurare! E su "Unità" buon segno? Niente! Sul "Manifesto", che pure ha mezza pagina sul "pacifista inglese ucciso a Gaza"? Niente! Niente anche su "Repubblica", che da anni non manca occasione per ricordare che la Chiesa cattolica "ammette ancora in pura teoria", la pena di morte. Ieri in pura pratica "omette". E va anche oltre. Esordio de "L'Amaca" di Michele Serra, p. 16: "Non sappiamo un granché della sorte dei dissidenti cubani condannati qualche giorno fa". A lui, sull'"amaca" che concilia il sonno, nessuno ha detto che i tre sono stati fucilati. Svegliatelo!
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