Cose serie prese per ischerzo, e cose futili prese sul serio. L'altro ieri sui giornali una parola del ministro della Sanità, Girolamo Sirchia: quando negli ospedali c'erano le Suore, le cose andavano meglio. Si capisce che i sindacati siano stati "polemici" ("Corsera", 26/11, p. 18), dicendo che è "solo nostalgia". Debbono difendere se stessi, e perciò cancellare la memoria della realtà: chi è in "conflitto di interessi" ne fa a meno. Capita anche in cose più importanti. Pazienza. Meno pazienza, invece, con chi ironizza sulla cosa. Sulla "Stampa" Fabrizio Rondolino la mette sul ridere, battendo ancora sul tasto della nostalgia. Per lui "l'ampia e soddisfacente democratizzazione" delle case di cura richiedeva l'espulsione delle suore e dei loro "sguardi", perché quella presenza faceva sì, scrive, che "l'ombra del peccato si riverberasse in quegli sguardi come docile ammonimento e insieme generosa assoluzione". Si consola alla fine, Rondolino, dicendo che no, "la scomparsa delle suore dagli ospedali non ne modifica probabilmente più di tanto il funzionamento, ma modifica il nostro mondo" ci lascia un poco più attoniti, ancorché più moderni". Che pensarne? Che è moderno il disastro di cui tutti parlano ogni giorno? O che qualcuno non sa che scrivere? Capita anche il rovescio, a chi prende una cosa magari seria e ne ricava una stupida. Un mese fa, "Corsera" (27/10), titolo strillato: "Dalla Bibbia alla scienza: la vita è nata dall'argilla" raffinati esperimenti di ricercatori americani" confermano il testo del Genesi: "Dio prese un po' di terra, e con quella plasmò l'uomo". In redazione nessuno ha riso. E la cosa è finita in pagina, invece che nel cestino...
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