Correzione dovuta. Ieri ho scritto che lunedì "La Stampa" aveva "niente" sul discorso del Papa contro la "logica del profitto che crea poveri e produce gravi ingiustizie". No. E peggio. A p. 6 c'era in verità un trafilettino, ma con un falso titolo tra virgolette: "Benedetto XVI: 'No agli eccessi del capitalismo". E peggio ancora mezza pagina di pessimo gusto alle "grullate" di Grillo sul Papa, e a p. 1 Riccardo Barenghi, l'ex "jena" del "Manifesto" che ha cambiato redazione, ma non pelo, ironizzava ancora su Grillo e il Papa tornando, falso, sul fatto che "sacerdoti e sacerdotesse(sic!) pagano "poche tasse". Scantinati... Ieri poi arriva "Libero" che a p. 13, dall'alto della sua competenza storico-dottrinale, fa lezione al Papa: "E' il mercato che salva i poveri"! Caspita, che salto! Allora sono gli usurai che salvano i debitori" E di più: leggi poi infatti che questo Papa è "un teologo fortissimo", sì, ma in economia è poco competente e quindi "è possibilissimo che pesino (su di lui) pensatori e capi di Dicasteri" in pratica anticapitalisti. Per "Libero" ora c'è il rischio di un Papa "cattocomunista". Roba leggera: un soffio e vola via. A proposito, anche
"L'Unità" ieri - p. 1: "Il capitalismo secondo Ratzinger" - si è accorta in ritardo di un giorno del discorso di domenica e scrive che è "una sferzata per la sinistra" e "dovrebbe interessare massimamente le forze democratiche". "Massimamente"? Sì: un bel corso di dottrina sociale della Chiesa da Leone XIII ad oggi, con le radici dei Vangeli e dei Padri della Chiesa. A "Libero" strillerebbero alla "rivoluzione"? Poco male"
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