giovedì 13 settembre 2007
Eccessi. Gente di sicuro intelligente, talora in pagina lo diventa troppo e finge di non capire: la convenienza schiaccia la convinzione. Ieri su "Repubblica" (p. 20) Corrado Augias torna sulla sua ripetuta polemica "funebre" con la Chiesa cattolica. Rispondendo ad un lettore che nei funerali religiosi concessi a Pavarotti e rifiutati al povero Welby trova "incoerenza", e perciò scrive che «la Chiesa applica il relativismo e discrimina i nobili dai poveracci, o meglio i potenti dalla gente comune», lui approva soddisfatto, ricorda a conferma il caso dei funerali religiosi concessi all'avvocato Bovio, pur suicida, annota sicuro che la battaglia di Welby «non era per l'eutanasia, si badi bene, ma solo per porre fine a sofferenze indicibili e assolutamente inutili» e conclude col verdetto: «è questa doppiezza che lascia perplessi, ma potrei dire quasi sgomenti». Povero Augias! Leggi e lo vedi attonito e piangentèChe dire? Tanto intelligente, ma troppo furbo per ammettere che sì, lo sa, ed ha capito che la Chiesa non rifiuta mai nessun "peccatore", ma non può apparire benedicente verso la propaganda e l'esaltazione del "peccato". Già: se accanto a Welby, pur notoriamente non credente e non praticante non ci fosse stata, instancabile sulla sua pelle, la banda dei pasdaràn di eutanasia, aborto come diritto e altre "minuzie", tutto era diverso. La conferma, stessa "Repubblica" (p. 30). Per le esequie di bimbi rom ortodossi la diocesi di Livorno concede la Cattedrale precisando: «L'avremmo fatto anche per dei musulmani». Asciughi le lacrime, Augias!
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI