Dio è il Dio misterioso, colui che a Mosè compare in una nube e che in Cristo appare nella debolezza di un bambino nato in una stalla. Perché Dio non ha dato dimostrazione unanime e inattaccabile del suo esistere? Perché non ha fatto una conferenza stampa per annunciare alla storia degli uomini il suo esistere sempiterno?
Torgny Lindgren, romanziere svedese, ha scritto un romanzo dal titolo Acquavite (Iperborea) la cui trama è la seguente: il pastore Olof Helmersson si è convertito alla non esistenza di Dio. E deve tornare nel suo villaggio natale per scristianizzare la gente di quella regione. Ma la storia ha già fatto il suo lavoro: sono solo due le persone che ancora credono. Nel dialogo con uno di questi abitanti, Torvald di Lauparberg, affiora qualcosa di evidente: «Ma è una vita difficile e dura quella che ti porta a Lui», disse Olof Helmersson. «È voluto», disse Torvald. «Non è una via pensata per chiunque. Dio non deve comparire sul giornale. Senza la santificazione, nessuno potrà vedere il Signore». Come a dire: il compito di incontrare Dio non è roba sua, è compito nostro, con le nostre decisioni di vita. La ricerca di una vita santa ci avvicina a un Dio che non si vuole manifestare come colui che annichilisce l'esistenza umana, bensì che la fa risaltare nella sua libertà.
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