I drammi dell'umanità spingono il cuore verso Dio
venerdì 25 febbraio 2022
Davanti ai drammi, che dimostrano tutta la nostra fragilità, è naturale cercare rifugio nel cuore di Dio: solo in lui si coglie quella risorsa d'Infinito che permette di guardare oltre la sofferenza e la paura. Così fu per san Cesario di Nazianzo, che decise di abbracciare definitivamente la fede dopo aver vissuto la terribile esperienza del sisma che distrusse Nicea. Era nato nel 330 a Nazianzo in una famiglia di santi (sia il padre, che la madre e il fratello Gregorio sono venerati come tali), aveva studiato a Cesarea di Cappadocia e poi ad Alessandria d'Egitto, diventando medico di corte a Costantinopoli per volere dell'imperatore Costanzo. Fu confermato dal successore, Giuliano l'Apostata, che però tentò di riportarlo al paganesimo. Nel 368 divenne questore della Bitinia: era un catecumeno ma dopo essere sopravvissuto al sisma che distrusse Nicea chiese di essere battezzato e si dedicò alla preghiera. Morì l'anno successivo, nel 369. Il fratello tenne un'orazione funebre dalla quale conosciamo i particolari della sua vita.
Altri santi. San Luigi Versiglia (1873-1930) e san Callisto Caravario (1903-1930), vescovo e sacerdote, martiri.
Letture. Romano. Gc 5,9-12; Sal 102; Mc 10,1-12.
Ambrosiano. Sap 19,1-9.22; Sal 77 (78); Mc 11,27-33.
Bizantino. Aliturgico.
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