I cristiani devono continuare a opporre un "gran rifiuto" davanti a tutti coloro che nascondono i propri interessi dietro a una presunta difesa del Vangelo. Lo stesso "gran rifiuto" che oppose san Celestino V, ovvero Pietro da Morrone, alle trame che si andavano tessendo alle sue spalle. Dante dà un senso negativo al rifiuto di Celestino, ma di fatto la sua rinuncia al ministero petrino nel 1294 nasceva da una profonda spiritualità, da un senso di servizio e dalla consapevolezza del valore del "tesoro" del Vangelo per il mondo. Era nato tra il 1209 e il 1215 in Molise e aveva scelto la vita da eremita, radunando attorno a sé diversi compagni e dando così vita agli Eremiti di San Damiano, i Celestini. Il 5 luglio 1294 salì al Soglio pontificio, ma rinunciandovi il 13 dicembre: sentì di non avere le forze per tenere testa agli interessi politici in gioco. Morì a Fumone, prigioniero, il 19 maggio 1296.
Altri santi. San Dunstano, vescovo (910-988); beata Pina Suriano, vergine (1915-1950).
Letture. At 14,21-27; Sal 144; Ap 21,1-5; Gv 13,31-35.
Ambrosiano. At 4,32-37; Sal 132; 1Cor 12,31-13,8a; Gv 13,31b-35.
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