Ieri per scrivere cerco, come sempre, ma non trovo. Poi ecco (“La Stampa”, p. 3) “Jena”: «Casaleggio: Uno può vivere nella Rete e per la Rete, ma quando muore è senza rete». Memoria di Gianroberto Casaleggio anche in tante altre pagine, ove leggo – annuncio di Beppe Grillo – che oggi «i funerali di Casaleggio saranno a Milano, nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie». Certo la scelta ha un significato: non credo che qualcuno abbia deciso la cosa senza sapere come la pensava lui. E allora rileggo: prima, «Rete» con “R” maiuscola, poi «rete» con “r” minuscola… Forse ho trovato. Spero che nessuno si offenda se ripenso al fatto che domenica scorsa il Vangelo della Messa, dal capitolo 21 di Giovanni, raccontava che gli Apostoli, in sette, guidati da Pietro, erano andati a pesca per tutta la notte con le loro reti, e non avevano preso niente, ma poi avevano visto sulla riva un certo Gesù che, saputo del loro fallimento, aveva detto loro di gettare di nuovo “la rete” – “r” minuscola – da una parte precisa. L'avevano fatto e si erano ritrovati a ritirarla bella piena, con «153 pesci grossi». Non solo, ma sulla riva del lago Lui aveva fatto trovare anche del pesce già arrostito alla brace: e i sette avevano gradito subito, e ne avevano mangiato con Lui. Nessuno aveva avuto il coraggio di chiedergli se fosse davvero Lui, ma tutti lo sapevano bene, ormai. Ecco: forse c'è per tutti, disponibile alla libertà di ognuno, una «rete» speciale. Ieri, all'udienza del mercoledì, papa Francesco ha detto che «non c'è santo senza passato, e non c'è peccatore senza futuro». Parola sicura: nel futuro di ogni creatura umana, fatta immagine somigliantissima del Creatore c'è, misteriosamente offerta alla libertà di tutti – anche se noi non riusciamo a capire per quali vie – quella «rete» che magari appare con la “r” minuscola, ma apre la porta di una sola Casa: con la “C” maiuscola…
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