mercoledì 16 ottobre 2019
Non c'è pace nel mondo della zootecnia, fra carne e latte, formaggi e nuovi modi di consumare. A inizio ottobre ha fatto il giro del mondo la notizia che l'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha scagionato la carne rossa: non fa male alla salute, anzi, le sue proteine sono utili al nostro organismo. Alcuni giornali l'hanno chiamata la "giravolta della scienza" e la cosa un poco preoccupa, anche se poi le fonti sono sempre di origine americana, dove un teorema viene dato in pasto ai giornali e in poco tempo fa il giro del mondo. Tuttavia di carne rossa se ne consuma meno e il motivo pare sia legato alla cosiddetta sostenibilità ambientale. Che non significa che le vacche sono il male assoluto per via delle loro emissioni o per il consumo di acqua, ma che a un certo punto della storia si cerca un qualche equilibrio che in fondo non nuoce a nessuno. Svolgendo un sondaggio fra i ristoranti citati sul Golosario si scopre così che il piatto di carne più gettonato è la tartare, conosciuta anche come battuta di Fassona (il 55% la propone). Segue la tagliata (il 35%) mentre cala vorticosamente il bollito (solo il 12%) che invece era una gloria della cucina delle generazioni passate. Sul fronte del latte, invece, reduci da una tre giorni a Castegnato dove si è svolta Franciacorta in Bianco, è stato edificante ascoltare la storia della cooperativa Gardalatte, che ha festeggiato i suoi cinquant'anni con un bel libro scritto dal giornalista Claudio Andrizzi.
Un libro che si legge tutto d'un fiato, dove si scorge un pezzo di storia d'Italia che è fatta di crisi, di leggi di mercato che rischiano di far soccombere un'impresa, e anche di successi. Ed è sempre affascinante scoprire il valore della cooperazione, che mette insieme la gente intorno alla costruzione del bene comune. Una storia che in molti casi ebbe inizio dalle sollecitazioni di parroci illuminati, spesso ricordati per la loro lungimiranza, perché dalla trasmissione della fede ai giovani infusero il rischio di un'opera, che alcuni hanno accettato, ponendo le basi di un'economia capillare in tutto il Paese: nel latte, nel vino, finanche nella finanza. E ogni tanto fa bene tornare alle radici di certi fenomeni che dicono di quale valore avessero le relazioni. Tuttavia, mentre col presidente di Gardalatte Walter Giacomelli passavamo in rassegna i momenti felici e quelli più critici, abbiamo notato un filo di preoccupazione di fronte a due pericoli imminenti: la Brexit e i dazi americani. Il mondo produttivo è in attesa e spera che la politica consideri una priorità quella che potrebbe diventare una triste emergenza. E su questo fronte sarebbe interessante se al posto dei distinguo delle varie fazioni ci fosse un coro unanime, senza stonature.
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