Sebbene presenti contorni poco chiari, la storia di san Bogumilo di Gniezno ci offre lo spunto per riflettere sulla necessità per ogni pastore – così come per tutti i battezzati – di coltivare l'essenziale e di condurre una vita che sia riflesso di quel Dio che per amore dell'umanità si fece piccolo e umile. Le diverse vite arrivate fino a noi differiscono per diversi particolari, ma concordano quando si tratta di riportare la scelta di san Bogumilo di lasciare un ruolo “in vista” (da abate o da arcivescovo) per ritirarsi a vita eremitica, seguendo tra i Camaldolesi la Regola di san Romualdo che l'aveva affascinato. La sua vicenda si colloca in Polonia nel XII secolo: era nato forse a Kozmin nel 1116 e aveva mosso i primi passi negli studi grazie allo zio Giovanni, arcivescovo di Gniezno. Secondo alcune fonti sarebbe poi stato chiamato a succedere al parente attorno al 1167, lasciando però la cattedra episcopale qualche anno dopo, forse a causa della persecuzione da parte di signorotti locali, forse perché attirato dalla vita eremitica. Sarebbe vissuto isolato e in preghiera fino alla morte, nel 1182, a Dobrowo.
Altri santi. San Maurino di Colonia, abate; beato Enrico da Bolzano, laico (1250-1315).
Letture. Romano. 2Cor 3,15-4,1.3-6; Sal 84; Mt 5,20-26.
Ambrosiano. Es 13,3a.11-16; Sal 113B (115); Lc 5,36-38.
Bizantino. Rm 8,22-27; Mt 10,23-31.
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