Boccherini e Pärt davanti alla Croce con la Vergine e i loro «Stabat Mater»
domenica 14 marzo 2010
Dove va ricercato il punto di contatto tra la musica tardo-settecentesca del toscano Luigi Boccherini e le moderne istanze creative del maestro estone Arvo Pärt? Ai piedi della Croce, dove si consuma il dramma della Madonna che vede soffrire fino alla morte il proprio Figlio innocente. Almeno così sembrerebbe suggerire il progetto discografico pubblicato dall'etichetta olandese Cobra Records (distribuita in Italia da Codaex), in cui troviamo affiancati tra loro gli adattamenti degli Stabat Mater che, a distanza di duecento anni, i compositori hanno predisposto sugli antichi versi poetici della celebre sequenza attribuita a Jacopone da Todi.
Il cd è stato registrato dal vivo presso la Cappella dei Francescani di Saint Nazaire, in Francia, durante l'edizione 2005 del festival di musica da camera "Consonances" e ha visto impegnati cinque strumentisti " due violinisti, un violista e due violoncellisti " e quattro cantanti, sopra i quali spicca il soprano norvegese Mona Julstrud, generosa e ispirata solista dell'opera di Boccherini (1743-1805).
È quest'ultima una pagina sacra di pregiata fattura, la cui plasticità delle forme si proietta ben al di là dei principi imperanti imposti dai coevi dettami stilistici galante e rococò per aprirsi alla progressiva compartecipazione emotiva con i sentimenti di dolore e sofferenza descritti dal testo, in una sintesi esemplare tra impianto musicale, narrativo, meditativo e devozionale, all'interno del quale Boccherini incastona una sequela di preziosi gioielli vocali di intensa espressività. Maggiormente distaccato e rivolto verso una sfera più intima, fisso nella ieraticità del suo scarno linguaggio, lo Stabat di Pärt (classe 1935) si sviluppa interamente intorno a una figura di tre note discendenti, che apre e chiude ciclicamente la partitura, attraversandola in tutto il suo solenne svolgimento come una sorta di leit-motiv, dove si riverbera in modo emblematico la pressante domanda interiore sopra la quale l'artista ha forgiato la sua personale e originale impronta compositiva.
Due prospettive differenti, ma che ci riportano entrambe al fulcro del mistero della Passione: in ginocchio, al fianco della Vergine in lacrime, in attesa del compimento della promessa di resurrezione.
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