Ieri ("La Stampa", p. 1) Massimo Gramellini sui comportamenti privati dell'attuale mondo politico, con grandi dosi di «ingenuità venata d'autolesionismo». Questo però va ben oltre il "privato" e impazza anche altrove. Mercoledì per esempio ("L'Unità", p. 18: "La Chiesa, non la politica"!) leggo per l'ennesima volta che sul piano politico «quello che complica maledettamente le cose in Italia», impedendo ogni progresso e vera democrazia è «la Chiesa». Perché se oggi «Rutelli e i teodem lasciano il Pd» è per «rispondere all'appello della Chiesa» che appoggia tutti, anche «i dittatori di ieri (il Duce) e di oggi (il Cavaliere)» e in cambio dei loro favori «perdona in anticipo i loro peccati, privati e pubblici». Autolesionismo evidente: è dal 1948 che a sinistra " con l'unica eccezione del Berlinguer della "Lettera al vescovo Bettazzi" " vanno a sbattere contro lo stesso palo. Perciò anche oggi sarebbe «la Chiesa, non la politica», il vero nemico che spiega «tutti» i mali italiani. Nessuna idea che ci siano da sempre valori «non negoziabili» per la coscienza cristiana coerente, e che quindi negando quelli, è inevitabile andare a sbattere in quel «palo» che sta lì da 2000 anni, perché su certi problemi la libera coerenza si impone da sola. Anzi: a Malpelo pare che si insista nel peggio: ieri parecchie pagine danno alle viste la candidatura di Emma Bonino alle regionali nel Lazio, e le stesse pagine evocano il successo della candidata Bonino alle elezioni di qualche anno orsono: 8%, strepitoso e «irripetibile». Nessun giudizio sulla persona, ma basterà per vincere? Volersi male fa sempre male.
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