La parolaccia più accia della stagionaccia del coronavirus è senza dubbio assembramento. Gli assembramenti sono il male assoluto e nel denunciarli il popolo degli autonominati vigilantes non va per il sottile. I giovanotti (e adulti atteggiantisi a) che si strizzano, alitano, strofinano giulivi per l'aperitivo, la movida, il cicaleccio alcolico senza mascherina è senza dubbio un assembramento da evitare, perfino da estirpare. "Siamo giovani e noi giovani non ci ammaliamo" cianciano ignorando i casi di morti giovani e giovanissimi, poi tornano a casa e impestano genitori e nonni; oppure "il virus è un'invenzione dello Stato dittatoriale per controllarci, Covid è poco più di una normale influenza". Insomma non è gente irresponsabile questa che si assembra, ma un manipolo di fini intellettuali dal pensiero profondo, profondissimo, abissale.
C'è poi l'allegra famigliola a passeggio sul sentiero di campagna, finalmente all'aria aperta dopo settimane di reclusione nel trilocale; a chi gli strilla addosso con la bava alla bocca (mascherata) va sussurrato di darsi una calmata perché non si tratta di assembramento. Non è una stagione propizia per i moderati, purtroppo.
Se assembramento è una parolaccia, la colpa è tutta delle liquide. Stavolta il maestro Bauman e la sua "modernità liquida" non c'entra. Assembramento e assemblamento sono separate da una sola consonante e sarebbero la stessa parola, se non fosse per le "liquide" elle ed erre che hanno l'abitudine di scambiarsi di posto (accade lo stesso con le nasali emme ed enne; le occlusive pi e bi, ti e di; le fricative esse e zeta). Entrambe derivano dal latino ad-simul (mettere insieme) e arrivano all'italiano dal francese assembler. È la stessa origine di assemblea. Sennonché assembrare con la erre è diventato un mettere insieme casuale e disordinato, perfino pericoloso, di competenza della pubblica sicurezza. Assemblare è invece un mettere insieme ordinato e logico, da tanti pezzi distinti a un unico corpo od organismo. Per questo motivo l'ossimoro più curioso della Fase 2 è la folla, non poi così caotica (pare), all'Ikea di Corsico: un assembramento nel regno dell'assemblamento.
Le parole cugine possono aiutarci. Ad esempio, a Messa è necessario che l'assemblea si assembli senza tramutarsi in assembramento: basta rispettare le distanze, e pazienza se tra le competenze di liturgisti, chierichetti e sacrestani entrerà la geometria, almeno per un po'. Leggi, norme, disposizioni di varia natura e diverso scopo è bene siano sapienti assemblamenti, coerenti con un disegno preciso e uno scopo condiviso; e non caotici assembramenti contraddittori e fumosi che mirano soprattutto a non scontentare nessuno, con il risultato di danneggiare tutti.
Nelle aule scolastiche, che ci auguriamo tornino presto ad aprirsi, sanificate e luminose e accoglienti, gli studenti dovranno assemblarsi con precisione pitagorica ed euclidea, affinché i metri quadrati siano sfruttati al massimo per contenere in assoluta sicurezza il maggior numero possibile di alunni. I gilet arancioni negazionisti invece si assembrano sapendo di assembrarsi, sperando forse di essere dissuasi con una carica, una carichetta, una carichina della polizia, cosicché potersi fregiare dell'etichetta di martiri della libertà contro la dittatura eccetera, un giochino facile che però i prefetti ben conoscono, e speriamo sia sufficiente per scongiurarlo.
Un buon articolo è un sapiente assemblamento di parole, un articolo cattivo è un assembramento di parole alla rinfusa. Il primo è un articolino, il secondo è un articolaccio. Saperli riconoscere è virtù del buon lettore.
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