mercoledì 3 aprile 2019
Nei giorni scorsi in Monferrato, il ricordo di Roberto Maestri, studioso, storico, appassionato dei fattori culturali del suo territorio, ha fatto eco di paese in paese. Aveva 60 anni e un incidente in auto sulla strada del ritorno da Mantova gli è stato fatale. Eppure il contributo che lui ha dato a queste piccole comunità è stato enorme, tanto che proprio sulla storia del Monferrato si è sviluppata una manifestazione che lo scorso weekend ha portato 25mila persone fra le colline.
A Portacomaro, che è anche il paese di Papa Francesco, è arrivata pure sua mamma, felice di stare con gli amici di suo figlio e di sentirlo in qualche modo vivere in quel lavoro appassionato che è stato raccolto da tanti. Mi ha colpito perché era serena, senza una lacrima, come se fosse anche lei un personaggio della storia, che vuole lasciare un segno indelebile nel tempo. Mentre guardavo quella situazione, mi venivano in mente le tante volte che ho sentito dire: «Ma perché hai scelto Storia, all'università: non troverai mai lavoro». È un peccato vivere in un Paese che non scommette sulla sua storia, perché è il collante di tutto: del cibo, del vino, delle colture e della cultura, dell'ambiente e dell'economia. Se non si conosce la storia che ha portato a determinate situazioni, tutto diventa più vulnerabile.
Dopodomani a Verona, un altro evento userà la chiave della storia legata al vino, per lanciare il più grande Fuorisalone dedicato alla più sana ed igienica delle bevande, come ebbe a dire Einstein. Vinitaly and the city si animerà per quattro giorni nelle piazze del centro città, con eventi culturali, musica e assaggi, in un festival mai visto. Ci saranno i docenti dell'Università coinvolti in una serie di incontri scientifici dal titolo emblematico di GoTo Science, ma ci sarà anche un omaggio alla Storia, dacché Palazzo Carli, dove venne firmata l'annessione del Veneto all'Italia, diventerà il Palazzo del Vino Sostenibile e dintorni. Un modo per parlare del futuro del vino, in un ambiente che trasuda storia.
Con questa iniziativa, di fatto, la Fiera di Verona offre al mondo la ragione per cui Vinitaly si svolge nella città scaligera: il piacere di fare un'esperienza italiana, che non sono solo padiglioni fieristici, ma anche genius loci di una delle città d'arte più belle d'Italia che, come concentrazione di bellezze artistiche, si può paragonare solo a Roma. Due giorni prima di Vinitaly (il 5 e 6 aprile), due giorni di contemporaneità permetteranno agli amanti del vino, ma anche agli operatori che hanno passato la giornata in fiera, di scoprire qual è lo stile italiano. Un'operazione non da poco, che vuole lasciare un segno memorabile. L'esempio di Verona, come quello del Monferrato, ha dimostrato di funzionare. Ed è sulle cose che funzionano che bisogna puntare.
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