Dalla Napoli di Gomorra alla Roma di Suburra alla Milano di Blocco 181: così il male risale la penisola. E come le serie precedenti, anche l'ultima arrivata (da ieri sera su Sky Atlantic, in streaming su Now e disponibile on demand) farà discutere. In effetti, anche Blocco 181 in fatto di violenza non fa sconti, ce n'è per tutti i gusti, sin dalle prime battute. Non a caso a firmare la regia è Giuseppe Capotondi, che ha già diretto Suburra e si avvale della collaborazione, oltre che di Matteo Bonifazio, di Ciro Visco, che vanta le riprese di una stagione di Gomorra. Anche l'ambientazione in una Milano periferica, cupa e notturna, per certi versi inimmaginabile, risulta simile a quella dei quartieri malfamati di Roma e di Napoli. A fronteggiarsi, in questo caso, sono una banda italiana e una latinoamericana. In gioco c'è il controllo del quartiere, il racket delle case popolari e lo spaccio della cocaina. Ma tra mazze, pistole e colpi di machete, si sviluppa una storia d'amore a tre che farà altrettanto discutere, quella tra la sudamericana Bea, divisa tra la fedeltà alla sua famiglia e la voglia di cambiare vita, e gli italiani Ludo e Mahdi, amici di diversa estrazione sociale, ma uniti come fratelli. Potrebbe essere una sorta di Giulietta e Romeo se non fosse, appunto, che i Romeo sono due e che il legame a tre è dettato soprattutto dal sesso. Per di più, all'idea positiva di sfidare le regole dell'appartenenza e di reagire a una vita che non hanno scelto loro, finisce che l'unico modo che trovano per cambiare le cose è di scalare insieme le gerarchie del sistema criminale, quei ranghi del traffico di droga che prima avevano sempre subito. Non sappiamo a questo punto se alla fine del tunnel ci sarà una qualche luce o tutto resterà nel buio in attesa di una seconda stagione.
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