Non con le armi, ma con la dedizione e la preghiera è possibile costruire una società salda e aperta al futuro. Lo testimonia la vicenda di sant'Alberto da Pontida, nobile bergamasco che preferì la potenza del Vangelo all'effimero potere degli eserciti. Nato a Prezzate attorno al 1025, intraprese la carriera militare, ma una grave ferita subita in combattimento lo spinse a dedicarsi a una vita da religioso. Partì così pellegrino tra il 1071 e il 1075 verso Santiago di Compostela e sul cammino incontrò diversi monasteri cluniacensi. Al ritorno si fece promotore del carisma di Cluny nella sua terra, fondando a Pontida nel 1079 un monastero dedicato a san Giacomo e l'anno dopo uno intitolato a sant'Egidio. Andò poi a Cluny per il noviziato sotto la guida di Ugo di Cluny e pronunciò i voti. Al rientrò fondò a Cantù un monastero di Benedettine. Morì nel 1095.
Altri santi. Sant'Elpidio, abate (IV sec.); san Nonnoso sul Monte Soratte, priore (VI sec.). Letture. Dt 4,1-2.6-8; Sal 14; Giac 1,17-18.21-22.27; Mc 7,1-8.14-15.21-23. Ambrosiano. Is 29,13-21; Sal 84; Eb 12,18-25; Gv 3,25-36.
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