«Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai. Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Eri con me, e non ero con te": così sant'Agostino esprimeva la viscerale ricerca di Dio che, come lui narrava nelle Confessioni, lo portò all'autentica verità e alla fonte della felicità. Il futuro vescovo d'Ippona era nato a Tagaste nel 354 e fin da giovane aveva fatto della ricerca della verità il suo obiettivo. Una meta che lo portò su "strade accidentate" e verso scelte personali e morali discutibili. Per un periodo aderì al manicheismo, ma a Milano, grazie a sant'Ambrogio, ritrovò la via dell'ortodossia, riavvicinandosi a quella fede trasmessagli dalla madre, santa Monica. Fu battezzato dallo stesso Ambrogio nel 387, diventando poi prete nel 391. Quattro anni più tardi divenne vescovo di Ippona, dove morì nel 430. Anche grazie al suo strenuo sforzo di difendere la vera fede dalle eresie - come testimoniano anche le sue opere - oggi è ricordato come dottore della Chiesa.
Altri santi. San Vicinio di Sarsina, vescovo (III-IV sec.); santa Fiorentina, vergine (VII sec.).
Letture. 1Ts 2,9-13; Sal 138; Mt 23,27-32.
Ambrosiano. 2Mac 6,1-17a; Sal 78 (79); Lc 7,24b-27.
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