giovedì 29 agosto 2019
La cronaca di fine agosto è tutta per il toto-ministri del governo giallorosso che sta per nascere. Leggo e rileggo i pronostici, ma non trovo menzione del ministero delle Politiche agricole e del Turismo. Non la trovo nei giornali di ieri, non la trovavo in passato, quasi fosse il rispolvero di una velina che fa capolino a ogni nuovo scenario. Vien da pensare che agricoltura e turismo non siano strategici e che, in fondo, non scaldino più di tanto la politica. E poi che ne sarà del ministero che ha unito per la prima volta due settori interconnessi? Detto questo, verrebbe da suggerire all'agenda del nuovo governo un compitino per evitare, come gli studenti che tornano a scuola dopo gli ozi dell'estate, di arrivare impreparati. Papa Francesco ha promosso un evento di caratura mondiale, in programma ad Assisi dal 26 al 28 marzo 2020, dove ha chiamato a raccolta i giovani economisti e gli imprenditori dei cinque continenti, per confrontarsi su "The Economy of Francesco". Un modo per rimettere al centro del dibattito l'enciclica Laudato Si', ma anche – ha spiegato il Papa nella lettera di invito – «per incontrare chi oggi si sta formando e sta iniziando a studiare e praticare una economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda». Ora, se l'aver ignorato le politiche agricole (ma non l'ambiente) può essere una svista balneare, le tante provocazioni contenute nella Laudato Si' non possono più essere ignorate. Anche perché, girando l'Italia, si scopre che gli imprenditori agricoli si stanno attrezzando per dare corpo a quella parola tanto abusata che va sotto il nome di sostenibilità. E proprio ad Assisi, nei giorni scorsi, ho scoperto un luogo che sembra realizzato, dopo 7 anni di lavoro, proprio per l'appuntamento di marzo. È il Borgo Antichi Orti, che sta proprio sotto la basilica, dove un tempo c'era un monastero benedettino.
L'iniziativa è dell'imprenditore Marco Ranocchia che, insieme ad alcuni soci, ha creato un luogo dedicato alla permacultura sinergica. Con gli orti che sviluppano tantissime varietà, secondo la scienza dell'agromeopatia. Molte piante sono funzionali a curare patologie e le 484 erbe officinali di questo orto immenso interagiscono coi 13 organi del nostro corpo. Il progetto che ingloba una bottega, un laboratorio, un centro congressi, camere e un ristorante, prevede poi 12 piazzole per fare lezioni notturne, ma anche la creazione di 22 lotti da 20 mq da affittare ai cuochi che vogliono un proprio orto. Perché lo ha fatto, ho chiesto a Marco: «Perché nella vita bisogna avere il coraggio di lasciare un'impronta». Ecco una risposta che porta a tirare un sospiro di sollievo: non solo chiacchiere e urla, in questa Italia che si divide, ma desiderio di fare. E di restituire.
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