Quando Karla si tuffa dal trampolino, che si esibisca in verticale o in salti mortali ripetuti avvitati o rovesciati, la gente resta senza parole. Perché lo fa in modo che rasenta la perfezione, del tutto naturale, conferendo bellezza e armonia a qualsiasi movimento nell’aria. Inarrivabile nello stile e irraggiungibile per qualunque ragazza normale, Karla è la regina, la dea, del trampolino. Molti l’adorano, molti la invidiano, altri l’ammirano. Tra questi sicuramente c’è
Nadja anche lei ottima tuffatrice ma messa in ombra dal talento di Karla. Le due dodicenni sono le protagoniste di La regina del trampolino dell’autrice tedesca
Martina Wilder - pubblicato da La Nuova Frontiera Junior (16 euro) con la traduzione di Anna Patrucco Becchi - una storia di amicizia e di adolescenza raccontata in prima persona da Nadja, allegra e generosa, solidale e sincera anche quando i successi e la bravura della compagna potrebbero suscitarle invidia. Casualmente vicine di casa fin da piccole, per caso della stessa età e compagne di scuola ora alle medie, le ragazzine iniziano insieme a perfezionarsi in tuffi a livello agonistico. Per Nadja Karla è speciale, soprattutto è un’amica e non una rivale. Il suo esempio la sprona a impegnarsi ma è convinta dell’unicità di quel talento e persuasa di essere destinata a rimanere un numero due. Gli allenamenti in piscina occupano gran parte della giornata di entrambe, sono impegnativi e stancanti, richiedono rinunce, rigore, energie e concentrazione. La legge del trampolino è a tratti disumana, non consente distrazioni, paure e tentennamenti, esige che tutto il resto della vita rimanga in secondo piano. Ma l’adolescenza non sempre riesce a piegarsi a queste pressioni e quando Karla, ossessionata dalla presenza del nuovo compagno della madre, improvvisamente inizia comportarsi in modo strano, a diventare taciturna e aggressiva, scontrosa con i compagni della piscina e poi a saltare le lezioni,
anche il suo talento entra in crisi. Per Nadja è il momento di uscire dall’ombra di Karla, di mettere a fuoco le proprie motivazioni, prendere in mano la propria vita e le proprie capacità da numero uno. Dai 13 anni.
Combinazione più che curiosa: chiamarsi Silvia, essere perdutamente innamorata di Giacomo della 2D e imbattersi per caso, complice una ricerca di scienze, nella vita complicata ma piena di poesia di un altro insolito e più famoso Giacomo, che per una certa Silvia aveva un debole. Uno che di cognome fa Leopardi: una storia antica mica male, di fine Settecento, scoperta per caso in biblioteca. Se alla giovane e moderna Silvia il compagno Giacomo Paletti che sembra non accorgersi di lei, fa battere il cuore, l’altro la intenerisce con la sua infanzia solitaria e infelice, piena di costrizioni, con il suo aspetto sgraziato e malaticcio, la gobba e la vista debole, lo studio come riparo alla mancanza di amici. Che disastro quel ragazzo d’altri tempi, nobile ma sfortunato, esistito in un’età senza tv e senza computer, ma irresistibile e insuperabile nel raccontare i suoi tormenti e i suoi amori tristi mai ricambiati. E che fortuna invece ricevere un giorno una lettera da Giacomo, quello della 2D… E’ solo l’inizio di un uno scambio di messaggi in cui le riflessioni sulla vita quotidiana si alternano allo scambio dei versi più belli di Leopardi. Raccontato dalla penna felice di Annalisa Strada, Leopardi e l’amore nascente (Raffaello ragazzi editore; 8,50 euro) intreccia con arte presente e passato, restituendoci insieme al ritratto di due adolescenti alle prese con la nascita di un sentimento reciproco che sorprendentemente si alimenta anche con la scrittura, il profilo del poeta di Recanati e delle sue meravigliose poesie, fonte ispiratrice di tanti dolci messaggi per i ragazzi di oggi. Dai 13 anni.
Napoli, periferia nord. Il quartiere di Scampia è un posto tristemente famoso: lì sorgono le Vele, mastodontici casermoni luogo di degrado, droga, spaccio e camorra. Disagio e difficoltà. Qui, nella vela arancione vive Nicola, con i genitori e i quattro fratelli. Famiglia piena di problemi, poverissima, con il papà senza lavoro da tre mesi, che fatica anche a mettere in tavola un piatto di pasta ogni giorno. Con la scuola Nicola ha poco a che fare, non gli piace e non gli interessa, con gli amici Ciro e Alessandro preferisce la strada, il bar a guardare i grandi che giocano, o i giri al centro commerciale del Vomero. La vita sulla strada, frequentando ragazzi più grandi e piccoli balordi è piena di rischi. E perdersi è un attimo. Si comincia con il furto di un motorino e poi il resto viene da sé. Così Nicola, stanco della sua misera vita, viene istruito alla piccola criminalità. Furtarelli e rapine che gli riempiono le tasche di soldi mai visti. La carriera in salita da giovane camorrista culmina con un colpo che promette grossi guadagni. Una rapina al distributore di benzina. E questa volta spunta anche una pistola. Ma il colpo va male, il giorno dopo Nicola si
ritrova al carcere di Nisida. Considerando i suoi dodici anni, il giudice gli offre un’altra possibilità, la libertà in cambio di una sterzata alla propria vita… Ma per questo è necessario uno scatto di volontà. Un ribelle a Scampia è una storia emblematica, quella dei tanti Nicola cresciuti respirando illegalità e sognando la bella vita. Ma anche quella dei tanti che hanno incontrato persone e buone occasioni per fermarsi e tornare indietro. Perché nella vita, come Nicola legge in un libro che lo farà riflettere, “non è mai finito niente. Anche quando tutto va da schifo… Rimane tempo per cambiare, per riuscire, per ridere, per essere felice”. La firma del racconto è di Rosa Tiziana Bruno, le illustrazioni a fumetti di Roberto Lauciello, Pubblicano le edizioni Paoline, 10,20 euro). Dai 12 anni.
Una dark baby con caschetto, calzamaglia nera e abitino a pois anni Sessanta, la piccola Charlotte ha un talento e una passione per i filmini in bianco e nero, con la sua videocamera se ne va a spasso per New York, dove abita, filmando tutto ciò che colpisce il suo sguardo. Purché sia in bianco e nero. Ma le riprese più speciali Charlotte le riserva al gatto Macchia, neppure a dirlo nero come la pece. Bambina coraggiosa, dai gusti controcorrente Charlotte talvolta non si sente compresa da un mondo che esalta i colori. I suoi genitori invece la sostengono, la portano al cinema a vedere “Ladri di biciclette”, il capolavoro di de Sica, rigorosamente in bianco e nero, e la domenica al Moma dove la bambina conosce la signora Scarlet responsabile del dipartimento cinematografico del Museo, che capisce il suo genio, le mostra film e cortometraggi d’autore in bianco e nero e le apre una grande possibilità. Nato nel ricordo della grande cineasta tedesca Lotte Reiniger, grande sperimentatrice nel campo dell'animazione ai primi del Novecento La piccola Charlotte filmmaker è il secondo volume – dopo Il giardino di Matisse - che segna la collaborazione tra l’Editore Fatatrac e il Moma, il grande Museo di arte moderna di New York (19,90 euro).
Firma il raffinatissimo volume Frank Viva, artista americano molto noto per le sue copertine del New Yorker. Dai 5 anni
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