«Incarnation», assieme a McCreesh nel mistero del tempo di Avvento
domenica 1 dicembre 2013
Paul McCreesh ha sempre abituato il suo pubblico a sfide interpretative tanto impegnative quanto affascinanti; sia che si tratti delle fedeli ricostruzioni delle cerimonie liturgiche del passato che dei grandi capolavori sinfonico-corali tra XIX e XX secolo, il direttore inglese non ha infatti mai tradito l'impronta di qualità, serietà e originalità artistica con cui ha marchiato a fuoco oltre trent'anni di fortunata carriera. Va da sé, dunque, che anche per il suo nuovo disco dedicato al Tempo del Natale abbia optato per scelte di campo e di repertorio che prendono le distanze da facili cliché e stereotipi da cartolina, a partire già dal titolo: Incarnation è infatti un progetto che, per stessa ammissione di McCreesh, intende riportare alla luce la dimensione più autentica e concreta dell'«evento Avvento», attraverso una scelta di musiche in grado di restituire centralità al messaggio cristiano ed esprimere «il senso di sorpresa e mistero, attesa e meraviglia» con cui l'umanità celebra la nascita di Gesù (cd pubblicato da Signum e distribuito da Sound and Music).La sfida è avvincente e il risultato assolutamente convincente, grazie anche alla bellezza del suono, alla limpidezza e alla precisione dello strepitoso ensemble Gabrieli Consort, per l'occasione rinforzato dalle voci bianche del Coro della Cappella Reale di Copenaghen. La tracking list è costruita con alchemico senso degli equilibri e delle proporzioni, con gli antichi canti tratti dal repertorio gregoriano e polifonico che si alternano a carole e composizioni moderne di autori come Francis Pott (classe 1957), Jonathan Dove (1959) e Matthew Martin (1976), chiamato ad aprire il disco con il suggestivo intreccio armonico del brano Adam Lay Ybounden (ASCOLTA UN ESTRATTO​).Tra i classici del Novecento non potevano mancare i grandi maestri inglesi della "Christmas Music", su tutti Herbert Howells (1892-1983) e soprattutto Benjamin Britten (1913-1976), che chiude l'antologia con il caleidoscopico A Boy Was Born; il degno epilogo che testimonia in modo esemplare dell'approccio con cui ancora una volta McCreesh è riuscito a ricreare un'atmosfera di profonda meditazione, prendendo per mano l'ascoltatore e guidandolo con emozione di fronte al miracolo dell'Incarnazione del Verbo.
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