![Perché la Chiesa parla una lingua «morta» Perché la Chiesa parla una lingua «morta»](https://www.avvenire.it/c/2024/PublishingImages/cec73c29e67e40c9a83d3e148c0d90d5/Foto-postNL-(10).jpg?width=1024)
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Anche se nelle celebrazioni viene usata abitualmente la lingua dei singoli Paesi, nelle liturgie solenni (per esempio presiedute dal Papa), e nei documenti ufficiali la Chiesa cattolica parla e scrive in latino. Una scelta che ha tra le sue motivazioni proprio il fatto che si tratti di una lingua “morta”, cioè non utilizzata quotidianamente e come tale immodificabile. Una volta imparata sai che non cambierà. Il nuovo episodio di Taccuino celeste racconta appunto come “comunica” la Chiesa, va alle radici della scelta del latino malgrado i Vangeli siano stati scritti in greco e aramaico, ragiona su come l'idioma antico si coniughi con le lingue moderne, a cominciare dall'italiano. Taccuino celeste è il podcast di Avvenire dedicato ai temi della fede e della religione, a cosa crede chi crede. Nelle ultime settimane si è occupato tra l'altro, della differenza tra ricevere la comunione in mano o sulla lingua, dei rapporti tra fede e superstizione, di cosa sono le indulgenze, del perché è meglio non tenersi per mano recitando il Padre Nostro durante la Messa.
Ogni mercoledì un nuovo episodio. Per domande, suggerimenti e proposte di temi si può scrivere a: social@avvenire.it