Aveva annunciato il viaggio nella stessa domenica in cui poi è stato ricoverato al Gemelli. Ieri, diciassette giorni dopo, la Sala Stampa della Santa Sede ha reso noto il programma della visita del Papa in Slovacchia, che sarà preceduta dalla tappa a Budapest per la Messa conclusiva del Congresso eucaristico internazionale. Tappa durante la quale è comunque in programma un incontro con le massime autorità ungheresi compreso il primo ministro Viktor Orbán. Il tutto dal 12 al 15 settembre. Tema: “Con Maria e Giuseppe sulla via verso Gesù”.
La tappa ungherese. Il 34° viaggio apostolico di Francesco si aprirà nella primissima mattinata di di domenica 12 settembre. Decollo da Fiumicino alle 6, con atterraggio a Budapest alle 7.45. Quindi a seguire, presso il Museo delle Belle Arti, il Papa vedrà il presidente ungherese János Áder e il primo ministro Orbán; poi i vescovi del Paese, ai quali rivolgerà un discorso; e i rappresentanti del Consiglio ecumenico delle Chiese e alcune comunità ebraiche dell’Ungheria (e anche in questo caso è previsto un discorso). Alle 11.30, il Papa si recherà quindi nella Piazza degli Eroi per concludere il Congresso Eucaristico con la messa solenne e la recita dell’Angelus. Poi si trasferirà in aeroporto per la cerimonia di congedo.
L’arrivo in Slovacchia. Nel pomeriggio di domenica (il Papa atterrerà a Bratislava alle 14.40) è previsto un solo impegno pubblico. Alle 16.30 un incontro ecumenico presso la Nunziatura, durante il quale Francesco pronuncerà un discorso. E sempre in Nunziatura, alle 17.30, incontrerà privatamente i membri della Compagnia di Gesù.
La seconda giornata. Più denso il programma del lunedì, che il Papa trascorrerà interamente a Bratislava. Alle 9.15 la cerimonia di benvenuto al Palazzo Presidenziale e la visita di cortesia alla presidente Zuzana Caputová nella “Sala d’oro”. Quindi l’incontro con autorità, corpo diplomatico e rappresentanti della società civile, nel giardino del Palazzo Presidenziale; e al termine della mattinata la visita alla cattedrale di San Martino dove saranno ad attenderlo vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, seminaristi e catechisti. Dopo pranzo il Pontefice si recherà alle 16 al “Centro Betlemme” di Bratislava. Subito dopo incontrerà la comunità ebraica nella Piazza Rybné námestie, dove un’opera di arte contemporanea ricorda gli ebrei slovacchi deportati e uccisi durante la Shoah e dove è previsto un discorso. In serata, alle 18, riceverà invece in Nunziatura le visite – del presidente del Parlamento, Boris Kollár, e del primo ministro Eduard Heger.
Martedì tra Košice e Prešov. Sono rispettivamente la seconda e la terza città più importante della Slovacchia. A Košice, il Papa arriverà dopo un viaggio di 50 minuti in aereo da Bratislava. A Prešov, celebrerà la Divina liturgia bizantina di San Giovanni Crisostomo. Nel pomeriggio, alle 16, invece si sposterà nel quartiere Luník IX, dove da circa trent’anni abita la comunità Rom. Alle 17, nello Stadio Lokomotiva, saluterà tutti i giovani della Slovacchia. Alle 18.30, per Bratislava, con arrivo dopo un’ora.
Mercoledì 15 il ritorno a Roma. L’ultima tappa sarà la nuova città di Šaštin, nella regione di Trnava. Due gli appuntamenti in programma. Alle 9.10, un momento di preghiera con i vescovi nel Santuario nazionale, dedicato 250 anni fa a “Nostra Signora dei sette dolori”, e subito dopo, alle 10, la messa conclusiva. Alle 13.30 la cerimonia di congedo all’Aeroporto di Bratislava. L’atterraggio a Ciampino è previsto per le 15.30.
Il tema della visita, affermano gli organizzatori del viaggio, esprime l’auspicio la visita di Francesco in Slovacchia rafforzi la fede e rinnovi il desiderio di seguire Gesù. E i vescovi della Slovacchia invitano: «Accogliamolo con gioia». C’è molto bisogno della forza spirituale del Papa nel confermare i fratelli nella fede. I presuli lo scrivono a ormai meno di due mesi dalla visita di Francesco. Con una Lettera pastorale ricordano l’ultima volta di un Pontefice (Giovanni Paolo II, 18 anni fa) e auspicano che il viaggio del Papa nella loro terra porti «una gioia rinnovata, che alleggerisca gli animi da "notizie pesanti", dalla stanchezza, dalla sfiducia, dalla rassegnazione». È «un Pontefice amato e popolare», sottolineano, ma è anche «il Pietro della nostra epoca, la roccia sulla quale Cristo ha posto la sua Chiesa, che non sarà vinta ’dalle porte dell’Inferno’».