martedì 13 maggio 2014
​Le cose di Dio non si possono capire solo con la testa, bisogna aprire il cuore allo Spirito Santo.
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Le cose di Dio non si possono capire solo con la testa, bisogna aprire il cuore allo Spirito Santo. È quanto affermato da Papa Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta. Il Pontefice ha quindi sottolineato che la fede è un dono di Dio, ma non si può ricevere se si vive “staccati” dal suo popolo, dalla Chiesa. Il servizio di Alessandro Gisotti per la Radio Vaticana. Le Letture del giorno, ha osservato Papa Francesco, ci mostrano “due gruppi di persone”. Nella Prima Lettura “ci sono quelli che sono stati dispersi a causa della persecuzione scoppiata” dopo l’uccisione di Stefano. “Sono stati dispersi con il seme del Vangelo – ha detto il Papa – e lo portano dappertutto”. All’inizio, parlano soltanto ai giudei. Poi, “in modo naturale, alcuni di loro”, giunti ad Antiochia, “cominciarono a parlare anche ai greci”. E così, lentamente, è stata la riflessione del Papa, “hanno aperto le porte ai greci, ai pagani”. Arrivata la notizia a Gerusalemme, ha rammentato, Barnaba fu mandato ad Antiochia “per fare una visita di ispezione”. E tutti, ha constatato, “sono rimasti contenti”, perché “una folla considerevole fu aggiunta al Signore”. Questa gente, ha sottolineato Francesco, “non ha detto andiamo prima dai giudei, poi dai greci, ai pagani, a tutti. No! Si è lasciata portare dallo Spirito Santo! E’ stata docile allo Spirito Santo”. E poi, ha proseguito, “una cosa viene dall’altra” e “finiscono aprendo le porte a tutti: ai pagani, che per la mentalità loro erano impuri”, “aprivano le porte, a tutti”. Questo, ha ribadito, “è il primo gruppo di persone, quelle che sono docili allo Spirito Santo”. “Alcune volte – ha soggiunto – lo Spirito Santo ci spinge a fare cose forti: come ha spinto Filippo ad andare a battezzare” il ministro etiope, “come ha spinto Pietro ad andare a battezzare Cornelio”: “Altre volte, lo Spirito Santo soavemente ci porta e la virtù è lasciarsi portare dallo Spirito Santo, non fare resistenza allo Spirito Santo, essere docili allo Spirito Santo. E lo Spirito Santo agisce oggi nella Chiesa, agisce oggi nella nostra vita. Qualcuno di voi potrà dirmi: ‘Mai lo ho visto!’. ‘Ma, fa’ attenzione a cosa succede, cosa ti viene in mente, cosa ti viene nel cuore. Cose buone? E’ lo Spirito che ti invita ad andare per quella strada. Ci vuole docilità! Docilità allo Spirito Santo”. Il secondo gruppo che ci presentano le Letture è quello degli “intellettuali, che si avvicinano a Gesù nel tempio: sono i dottori della legge”. Gesù, ha annotato il Papa, ha sempre avuto problemi con questi, “perché non finivano di capire: giravano sulle stesse cose, perché credevano che la religione era cosa soltanto di testa, di leggi”. Per loro, bisognava “compiere i comandamenti e niente di più. Non si immaginava che esistesse lo Spirito Santo”. Interrogavano Gesù, “volevano discutere. Tutto era nella testa, tutto è intelletto”. “In questa gente – ha soggiunto - non c’è il cuore, non c’è l’amore e la bellezza, non c’è l’armonia”, è gente “che soltanto vuole spiegazioni”: “E tu gli dai le spiegazioni e loro, non convinti, tornano con una altra domanda. E’ così: girano, girano… Come hanno girato attorno a Gesù tutta la vita, fino al momento che sono riusciti a prenderlo e a ucciderlo! Questi non aprono il cuore allo Spirito Santo! Credono che anche le cose di Dio si possono capire soltanto con la testa, con le idee, con le proprie idee. Sono orgogliosi. Credono di sapere tutto. E quello che non entra nella loro intelligenza non è vero. Ma tu puoi risuscitare un morto davanti a loro, ma non credono!”. Gesù, ha così evidenziato, “va oltre” e dice una “cosa fortissima”: “Voi non credete perché non fate parte delle mie pecore! Voi non credete perché non siete del popolo di Israele. Siete usciti dal popolo. Siete nell’aristocrazia dell’intelletto”. Questo atteggiamento, ha ammonito, “chiude il cuore. Loro hanno rinnegato il loro popolo”:  “Questa gente si era staccata dal popolo di Dio e per questo non poteva credere. La fede è un dono di Dio! Ma la fede viene se tu sei nel suo popolo. Se tu sei - adesso - nella Chiesa, se tu sei aiutato dai Sacramenti, dai fratelli, dall’assemblea. Se tu credi che questa Chiesa è il Popolo di Dio. Questa gente si era staccata, non credeva nel Popolo di Dio, credeva soltanto nelle sue cose e così aveva costruito tutto un sistema di comandamenti che cacciavano via la gente: cacciavano via la gente e non la lasciavano entrare in Chiesa, nel popolo. Non potevano credere! Questo è il peccato di resistere allo Spirito Santo”. “Due gruppi di gente”, ha ripreso il Papa, quelli “della dolcezza, della gente dolce, umile, aperta allo Spirito Santo”, e quell’altra “orgogliosa, sufficiente, superba, staccata dal popolo, aristocratica dell’intelletto, che ha chiuso le porte e resiste allo Spirito Santo”. “E non è testardaggine questa”, ha detto, “di più: è avere il cuore duro! E questo è più pericoloso”. Guardando questi due gruppi di persone, è stata la sua invocazione, “chiediamo al Signore la grazia della docilità allo Spirito Santo per andare avanti nella vita, essere creativi, essere gioiosi, perché l’altra gente non era gioiosa”. E quando “c’è tanta serietà – ha affermato – non c’è lo Spirito di Dio”. Chiediamo, dunque, “la grazia della docilità e che lo Spirito Santo ci aiuti a difenderci da quest’altro spirito cattivo della sufficienza, dell’orgoglio, della superbia, della chiusura del cuore allo Spirito Santo”.
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