lunedì 9 settembre 2024
Nel primo discorso in terra timorese dove il 98 per cento delle popolazione è cattolica, Francesco loda la nuova stagione democratica del Paese, ma indica anche le nuove sfide: alcol, droga, violenza
Il Papa e il presidente di Timor Est, durante il benvenuto ufficiale

Il Papa e il presidente di Timor Est, durante il benvenuto ufficiale - ANSA

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La sciarpa tipica di Timor Est, il tais, cinge il collo del Papa appena giunto al palazzo presidenziale per il benvenuto ufficiale. Gliela offrono due bambini in abiti tradizionali. Poco prima, nelle strade di Dili, dieci cento, mille e diecimila volte, idealmente, la folla aveva cinto di abbracci virtuali la papamobile al suo passaggio. Un affetto che Francesco ricambia fin dal suo primo discorso, davanti al Corpo diplomatico. Lodando la fede che ha sostenuto il popolo nella sua liberazione prima dalla colonizzazione portoghese (1975), poi dal giogo indonesiano (2002), plaudendo al cammino di riconciliazione con la stessa Indonesia (che potrebbe essere di esempio, sottolinea il Pontefice, anche per altre situazioni di guerra nel mondo). E infine prendendo la parola in favore dei poveri. Perché nuove sfide attendono questa parte dell'isola di Timor, cattolica al 98 per cento (l'altra è territorio del potente vicino indonesiano). La lotta alla povertà, appunto, fonte anche di emigrazione (ci sono risorse di petrolio e di gas finora non sfruttate, ricorda il Pontefice). E poi l'alcol, la droga, la violenza che si serve anche delle arti marziali, gli abusi sui minori. Bisogna puntare molto sulla formazione, raccomanda il Papa. Che assicura: la Chiesa sarà sempre in prima linea con le sue istituzioni per supportare la società timorese.

Un discorso appassionato e franco quello di Francesco, in una giornata di festa iniziata con l'arrivo da Port Moresby in mattinata, fra il tripudio della gente che aspettava questo momento dal 1989, quando per la prima volta un Papa (Giovanni Paolo II) toccò questa terra. Ma allora non c'era ancora l'indipendenza, alla quale il Pontefice ora santo dette un contributo fondamentale. Mentre adesso c'è. E allora Francesco può essere ricevuto nel palazzo presidenziale intitolato a Nicolau Lobato (eroe della lotta di liberazione) da un altro esponente di primo piano del cammino che ha portato alla piena autonomia: il presidente Manuel Ramos Horta, rieletto nel 2022 dopo un periodo di incertezza politica. Perciò, anche alla necessità di dare stabilità alle istituzioni fa riferimento il Papa nel discorso al Corpo diplomatico e alle autorità, quando dopo gli inni, le foto di rito, la firma sul libro d'onore e il colloquio privato con il presidente, raggiunge insieme al suo ospite il Salone China per il suo primo intervento a Dili.

Gruppi di persone in festa per l'arrivo del Papa nelle strade di Dili

Gruppi di persone in festa per l'arrivo del Papa nelle strade di Dili - ANSA

Francesco che qui parla in spagnolo (mentre altrove aveva usato l'italiano) parte dalla "fase dolorosa" - "gli anni della passione e della più grande prova" di Timor Est, dal 1975 al 2022, appunto - di questa terra "ornata di montagne, foreste e pianure, circondata da un mare lucente, ricca di frutti e di legno pregiato e profumato". Ma subito sottolinea: "Il Paese ha saputo risorgere, grazie anche al radicamento nella fede, ritrovando un cammino di pace e di apertura a una nuova fase, che vuol essere di sviluppo, di miglioramento delle condizioni di vita, di valorizzazione a tutti i livelli dello splendore incontaminato di questo territorio e delle sue risorse naturali e umane".

Notevole è agli occhi del Pontefice "l'impegno assiduo per giungere a una piena riconciliazione con i fratelli dell’Indonesia, atteggiamento che ha trovato la sua fonte prima e più pura negli insegnamenti del Vangelo". "Avete mantenuto salda la speranza anche nell’afflizione e, grazie all’indole del vostro popolo e alla vostra fede, avete trasformato il dolore in gioia! Voglia il Cielo che pure in altre situazioni di conflitto, in diverse parti del mondo, prevalga il desiderio di pace e di purificazione della memoria, per chiudere le ferite e sostituire all’odio la riconciliazione e alla contrapposizione la collaborazione. L'unità è sempre superiore al conflitto". Piace naturalmente a Bergoglio anche il fatto che nel ventesimo anniversario dell’indipendenza del Paese, la Dichiarazione sulla Fratellanza umana, da lui firmata insieme al Grande Imam di Al-Azhar il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi, è stata recepita come documento nazionale, affinché possa venire adottata e inclusa nei programmi scolastici. "Questo è fondamentale: il processo educativo", sottolinea il Papa, anche in vista della formazione della futura classe dirigente.

E tuttavia nuove sfide si affacciano all'orizzonte. "Penso - dice Francesco - alla povertà presente in tante zone rurali, e alla conseguente necessità di un’azione corale di ampio respiro che coinvolga molteplici forze e distinte responsabilità, civili, religiose e
sociali, per porvi rimedio e per offrire valide alternative all’emigrazione. Penso a quelle che possono essere considerate delle piaghe sociali, come l’eccessivo uso di alcolici tra i giovani e il loro costituirsi in bande, le quali, forti della loro conoscenza delle arti
marziali, invece di usarla al servizio degli indifesi, la usano come occasione per mettere in mostra l’effimero e dannoso potere della violenza. E non dimentichiamo tanti bambini e adolescenti offesi nella loro dignità: tutti siamo chiamati ad agire con responsabilità per prevenire ogni tipo di abuso e garantire una crescita serena ai nostri ragazzi".

La Chiesa farà la sua parte, a favore di questo popolo giovane, con il 65% della popolazione al di sotto dei 30 anni di età. "La ricchezza maggiore di uno Stato è il suo popolo". Perciò "la sua dottrina sociale, le sue istituzioni per l’assistenza e la carità ai bisognosi, quelle educative e quelle sanitarie sono al servizio di tutti e sono anch’esse una preziosa risorsa, che consente di guardare al futuro con occhi pieni di speranza", ricorda il Papa. Perciò, "guardando al vostro recente passato e a quanto è stato finora compiuto, c’è motivo di essere fiduciosi che la vostra Nazione saprà ugualmente affrontare con intelligenza e creatività le difficoltà e i problemi odierni", incoraggia il Papa. Che conclude il suo primo discorso con un auspicio: "La fede, che vi ha illuminato e sostenuto nel passato, continui a ispirare il vostro presente e il vostro futuro. 'Che la vostra fede sia la vostra cultura' (motto della visita, ndr); cioè, che ispiri i criteri, i progetti, le scelte secondo il Vangelo".







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