lunedì 24 giugno 2024
Francesco ha ricevuto i membri del Circolo di San Pietro che si occupa da 155 degli ultimi. «Non dimenticate le radici, ma non musealizzate la vostra storia». L'esempio di Frassati
Il Papa entra nell'Aula Clementina per i incontrare i membri del Circolo di San Pietro

Il Papa entra nell'Aula Clementina per i incontrare i membri del Circolo di San Pietro - Vatican Media

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In vista dell'Anno Santo Roma «è piena di cantieri». Ma per papa Francesco «il ‘cantiere’ che non può mancare è quello della carità». Lo ha detto questa mattina, 24 giugno, ricevendo in udienza 400 membri del Circolo di San Pietro, sodalizio che da 155 anni si occupa dell'aiuto ai più poveri. «I pellegrini e i turisti che vengono a Roma - ha sottolineato il Pontefice - dovrebbero “respirare” l’aria della carità cristiana, che non è solo assistenza, è una cura della dignità, è vicinanza, è condivisione vissuta, senza pubblicità, senza riflettori. Con la vostra presenza, con la vostra vicinanza, compassione e tenerezza, anche voi preparate la città per il Giubileo, prendendovi cura non delle strade o delle infrastrutture, ma dei cuori e della carne dei poveri, che, come disse San Lorenzo, sono il tesoro della Chiesa».

Diverse le sottolineature contenute nel discorso papale. Ad esempio la raccomandazione di non perdere «la memoria delle radici» perché «sono fondamentali» e «senza radici non c’è vita, non c’è futuro». Ma, al contempo, il Papa esorta a non restare ancorati al passato. «State attenti a non “musealizzare” la vostra storia - ha esortato -, a non “sterilizzare” le radici! La memoria è organo del futuro, a patto che le radici rimangano vive e vegete. Per questo vi incoraggio a trasmettere il vostro patrimonio di valori e di esperienze ai giovani. Ci vogliono giovani che vadano avanti».

Infine Il Papa ha raccomandato il dialogo tra vecchi e giovani e ricordato il beato Pier Giorgio Frassati, che «presto sarà santo», e che «a Torino andava nelle case dei poveri a portare aiuto», giovane «di famiglia benestante» che »non si è perso nella ‘bella vita’, perché in lui c’era la linfa dello Spirito Santo, c’era l’amore per Gesù e per i fratelli».







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