Il Papa ha ricevuto stamani in udienza, in Aula Clementina, i delegati del Forum delle Famiglie (Ansa)
«Fa dolore dirlo: oggi si parla di famiglie diversificate, di diversi tipi di famiglia. Sì è vero: famiglia è una parola analoga, si dice anche "la famiglia delle stelle", "la famiglia degli animali". Ma la famiglia immagine di Dio è una sola, quella tra uomo e donna. Può darsi che non siano credenti ma se si amano e uniscono in matrimonio sono a immagine e somiglianza di Dio. Per questo il matrimonio è un sacramento grande». Lo ha detto papa Francesco, parlando a braccio, rivolgendosi alla delegazione del Forum delle Associazioni Familiari ricevuta stamani in udienza in occasione dei 25 anni dalla fondazione.
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Dopo avere ascoltato il saluto di Gigi De Palo, presidente del Forum delle Famiglie, il Papa ha lasciato il testo scritto («mi sembra un po' freddo», ha detto) per rivolgersi al suo uditorio in maniera colloquiale. E così facendo ha toccato molti temi discussi: dall'aborto selettivo all'infedeltà, alle critiche che sono state fatte all'esortazione apostolica Amoris Laetitia. Non ha dunque parlato espressamente di "Fattore Famiglia" e dell'importanza che un Paese investa sulla famiglia, temi che erano presenti nel testo scritto, che è stato consegnato e dato per letto (LEGGI L'INTEGRALE DEL TESTO SCRITTO).
Amoris Laetitia non è una casistica del «si può o non si può»
Invitando le coppie a leggersi la sua esortazione apostolica sulla gioia dell'amore citata poco prima da De Palo («Leggete - ha suggerito il Papa - il quarto capitolo, è il nocciolo dell'Amoris laetitia, parla della spiritualità di ogni giorno»), Francesco ha fatto riferimento al dibattito sorto attorno ad essa. «Alcuni hanno ridotto l'Amoris Laetitia - ha detto - ad una sterile casistica "si può-non si può": non hanno capito nulla». Nell'esortazione apostolica «non si nascondono i problemi» e per questo i fidanzati debbono essere aiutati nella preparazione del matrimonio. «La famiglia è un'avventura bella e oggi, lo dico con dolore - ha aggiunto il Papa -, vediamo che tante volte si pensa ad incominciare una famiglia, a fare un matrimonio, come fosse una lotteria. "Andiamo, se va, va, se non va cancelliamo la cosa e cominciamo un'altra volta"». Francesco ha stigmatizzato questa «superficialità» nei confronti del «dono più grande che Dio ha dato all'umanità: la famiglia».
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L'elogio della fedeltà e della pazienza
Un altro tema delicato sul quale il Papa è voluto intervenire, davanti ai coniugi, è la quello della fedeltà. «Una cosa che nella vita matrimoniale aiuta tanto - ha detto - è la pazienza, sapere aspettare. Ci sono nella vita situazioni di crisi forti, brutte, dove anche arrivano tempi di infedeltà». Francesco ha lodato «la pazienza dell'amore che aspetta. Tante donne, ma anche l'uomo talvolta lo fa, nel silenzio hanno aspettato, guardando da un'altra parte, aspettando che il marito tornasse alla fedeltà». Questa - ha sottolineato Francesco - è «la santità che perdona tutto perché ama».
Un catecumenato per il matrimonio
Il Pontefice ha raccontato questo episodio: «Una volta una donna, a Buenos Aires, mi ha detto: "Voi preti siete furbi: studiate otto anni per diventare preti, e poi se dopo qualche anno la cosa non va, una bella lettera a Roma e ti danno il permesso e tu puoi sposarti. Invece a noi, che ci danno un sacramento per tutta la vita, ci accontentate con tre o quattro conferenze di preparazione, e questo non è giusto"». «Ci vogliono conferenze di preparazione - ha commentato Francesco a proposito della preparazione al matrimonio - ma servono uomini e donne amiche che aiutano i giovani a maturare nel cammino». E ha suggerito: «Oggi c'è bisogno di un catecumenato per il matrimonio, come c'è un catecumenato per il battesimo». La preparazione al matrimonio è importante «anche per la successiva educazione dei figli. Non è facile educarli, sono più svelti di noi nel mondo virtuale, sanno più di noi» ha osservato il Papa. «Educare al sacrificio della vita familiare non è facile!», ha esclamato infine comprendendo entrambi i momenti: la formazione al matrimonio e l'educazione che gli sposi daranno ai figli.
L'aborto selettivo, pratica nazista
Francesco ha affrontato anche il tema dell'aborto selettivo. «Ho sentito dire che è di moda - ha detto -, o almeno è abituale che quando nei primi mesi di gravidanza si fanno gli studi per vedere se il bambino non sta bene o viene con qualcosa, la prima offerta è: "lo mandiamo via"». «L'omicidio dei bambini: per risolvere la vita tranquilla si fa fuori un innocente». «Da ragazzo - ha aggiunto Francesco - la maestra che faceva storia ci diceva della rupe, per buttarli giù, per salvaguardare la purezza dei bambini. Una atrocità, ma noi facciamo lo stesso». «Perché - si è chiesto ancora il Papa ad alta voce - non si vedono nani per la strada? Perché il protocollo di tanti medici dice: viene male, mandiamolo via». «Il secolo scorso - ha scandito il Pontefice - tutto il mondo si è scandalizzato per quello che facevano i nazisti. Oggi facciamo lo stesso ma con i guanti bianchi».
Il discorso scritto: la famiglia al centro del progetto divino...
La famiglia, si legge nel discorso che era stato preparato (TESTO INTEGRALE), «sta al centro del progetto di Dio». «Essendo culla della vita e primo luogo dell’accoglienza e dell’amore, essa ha un ruolo essenziale nella vocazione dell’uomo». Purtroppo nella nostra società, spesso tentata e guidata «da logiche individualistiche ed egoistiche» non di rado si «smarrisce il senso e la bellezza dei legami stabili, dell’impegno verso le persone, della cura senza condizioni, dell’assunzione di responsabilità a favore dell’altro, della gratuità e del dono di sé. Per tale motivo - prosegue il Papa - si fatica a comprendere il valore della famiglia e si finisce per concepirla secondo quelle stesse logiche che privilegiano l’individuo invece che le relazioni e il bene comune».
... e i figli massimo investimento per un Paese
«È un autentico paradosso - denuncia il discorso di Francesco - che la nascita dei figli, che costituisce il più grande investimento per un Paese e la prima condizione della sua prosperità futura, rappresenti spesso per le famiglie una causa di povertà, a motivo dello scarso sostegno che ricevono o dell’inefficienza di tanti servizi». «La sensibilità che portate avanti riguardo alla famiglia - prosegue il discorso rivolto presidente Gigi De Palo e agli altri delegati - non è da etichettare come confessionale per poterla accusare, a torto, di parzialità. Essa si basa invece sulla dignità della persona umana e perciò può essere riconosciuta e condivisa da tutti, come avviene quando, anche in contesti istituzionali, ci si riferisce al “Fattore Famiglia” quale elemento di valutazione politica e operativa, moltiplicatore di ricchezza umana, economica e sociale».